Milano, al posto del Palasharp 300 appartamenti a prezzo calmierato

Il piano casa del comune prevede un intervento nell'area dell'ex Palasharp, oggi degradata e abbandonata: saranno realizzati appartamenti destinati soprattutto all’affitto a lungo termine, a 500/600 euro al mese. Non mancheranno spazi per lo sport accessibili, gratuiti e a cielo aperto.

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Ex Palasharp, stato attuale

Anche se il Palasharp non ci sarà più, con la costruzione dei 300 appartamenti a prezzo calmierato previsti dal Piano Casa del Comune, sarà preservata la funzione sportiva nella zona. Lo hanno evidenziato l’assessore allo Sport Martina Riva e l’assessore alla Casa Guido Bardelli, intervenuti in commissione Affari Istituzionali, Casa, Rigenerazione Urbana e Olimpiadi per discutere degli sviluppi sull’area dell’ex Palasharp.
“Il fatto di non avere più un palazzetto non significa non investire nello sport: cercheremo il più possibile di salvare quella vocazione sportiva accessibile, gratuita, a cielo aperto dell’area – ha affermato Riva – in modo da garantire questo servizio pubblico nelle aree adiacenti alle nuove case. In linea con quello che cerchiamo di fare nei playground, collaborerò con Bardelli per dare queste opportunità ai ragazzi e alle famiglie della zona”.

L’assessore allo Sport ha continuato ricordando che altre aree in città sono state destinate allo sport, come il palazzetto che sarà costruito all’ex Trotto o “il progetto che stiamo portando avanti su Porta Vittoria: si tratta di impianti sportivi che sorgono dove non erano previsti”. L’idea di Riva sono aree aperte e gratuite, “molto più in linea per la fruizione pubblica rispetto ai palazzetti. Nel dispiacere di non esser riuscita a valorizzare il Palasharp per le Olimpiadi, credo che questa rigenerazione sia un’ottima notizia per la città”, ha concluso.

Nell’area di 18 mila metri quadrati di Sant’Elia secondo il piano casa sorgeranno 300 appartamenti di 60 mq circa l’uno. Una parte prioritaria di appartamenti a prezzo convenzionato, l’altra in proprietà. L’assessore Bardelli ha spiegato che non saranno costruzioni alte, “non andremo oltre l’indice di Pgt che è equilibrato”, e che saranno destinati soprattutto all’affitto a lungo termine, a 500/600 euro al mese per “le persone che guadagnano tra 1500 e 2500 euro al mese e che rischiano di essere espulse dalla città. Sarà un quartiere abitato da famiglie e da single, persone che potranno vivere in quest’area. È un intervento che genera ricchezza ma non estrema. Avrà delle risorse che dovranno esser usate con intelligenza. Dovremmo fare una scala di valori e chiederemo il contributo dei residenti e dei comitati”.

Anche i comitati hanno partecipato alla commissione, portando le proprie idee sulla riqualificazione dell’area. Il coordinamento Tutela Parco Ovest, con i portavoce Massimiliano Favoti e Caterina Carati, ha raccolto le opinioni degli altri residenti: “Sentendo la notizia del Palasharp, che è un’area degradata da tempo, abbiamo pensato di avviare un’iniziativa di raccolta opinioni sui cittadini. La prima cosa che abbiamo fatto è informarli. – hanno spiegato i due rappresentanti del comitato – Il Palasharp sorge su un terreno pavimentato vicino all’area problematica della stazione dei bus e alla metro. Questa è l’occasione non solo per buttare giù il Palasharp e farci edilizia ma anche per migliorare tutta l’area”.

Le esigenze emerse sono quelle di creare nell’area un mix edilizio, “popolare e non solo, con anche studentati”, e di mantenere una vocazione sportiva, ad esempio con una palestra. Il modello edilizio è quello cooperativo, “fondamentale per non fare un’area dormitorio con belle case e basta ma creare una serie di servizi che la trasformino in un’area viva” spiegano i portavoce.

Inoltre, si chiede di creare centri di aggregazione per i giovani, così da rendere viva l’area “tutto il giorno, non come ora che dalle 19 scatta il coprifuoco”. E’ richiesta anche la presenza di verde e di un collegamento tra il Monte Stella e il parco di Trenno, “magari con una ciclabile lungo via Natta. Oltre all’esigenza dell’istituzione di un tavolo permanente di ascolto della cittadinanza, Caterina Carati ha anche evidenziato che occorrono servizi per le nuove famiglie residenti, come scuole primarie e secondarie di primo grado, per evitare quello che è accaduto con il nuovo quartiere di Cascina Merlata “dove ancora ci sono 900 posti di alunni che dovrebbero esser garantiti da questa scuola ma ancora non si hanno i tempi di realizzazione”.

Per tutti, è necessario riqualificare la stazione dei bus di Lampugnano. Occorre secondo i residenti migliorare non solo la sicurezza ma anche la viabilità, visto che non ci sono vie di uscita e si crea la fila di pullman che vanno verso l’autostrada. Il modello indicato è la riqualificazione della stazione di Milano Certosa. “Sulla stazione di Lampugnano stiamo avviando un lavoro già fatto su Certosa coinvolgendo tutti i soggetti, da Rfi, Polizia di Stato e Locale, all’assessorato alla Sicurezza” ha spiegato Giulia Pelucchi, presidente Municipio 8. Anche secondo Pelucchi occorre creare un collegamento “di quell’area a tutto il resto, per risanare la ferita data dalla vicinanza con l’autostrada e con la via intasata dai bus. L’idea di un collegamento pedonale o ciclopedonale con una passerella potrebbe esser interessante da proporre nella manifestazione di interesse”.
Su Lampugnano, il consigliere di Fdi Enrico Marcora Enrico Marcora ha proposto di coinvolgere Regione Lombardia, “chiedendo un finanziamento improntate per ristudiare questa grande fermata di autobus, in tante parti del mondo si fanno anche interrate: così si darebbe una soluzione alla piaga che esiste nella zona”. Secondo il consigliere Pd Rosario Pantaleo si potrebbe rivedere la convenzione, che scade del dicembre 2026: “Se riteniamo che l’hub sia pericoloso, nulla ci vieta che a dicembre 2026 quando scade il contratto lo si chiusa e si decida di fare su quell’area qualcosa di diverso. Capire quanto è improntate o meno per il territorio avere quella stazione. La butto come provocazione”.

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