Enrico Pazzali, coinvolto nell’inchiesta sui dossieraggi, si è autosospeso dal ruolo di presidente della Fondazione Fiera Milano, comunicando la sua decisione ieri in serata al comitato esecutivo dell’ente che già si era riunito in mattinata. Pazzali dunque fa un passo indietro, per potersi concentrare sul procedimento legale, a maggior ragione dopo che la Dda di Milano ha depositato il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere per lui gli arresti domiciliari. Come da statuto della Fondazione, i poteri passano integralmente al vicepresidente vicario Davide Corritore.
Ieri mattina, davanti al comitato esecutivo riunito da remoto, Pazzali ha spiegato la situazione, assistito dai legali nella lettura degli atti. Una riunione che era stata sospesa per valutare tutte le ipotesi, con l’obiettivo di salvaguardare il più possibile l’immagine della Fondazione. E’ arrivata poi un’accelerazione dopo un pomeriggio frenetico alimentato dalle pressioni su Pazzali sempre più forti da parte della politica, soprattutto del centrosinistra con Pd e M5s che invocavano a gran voce una sua uscita di scena. Dimissioni, che, invece, non sarebbero state richieste formalmente da nessuno durante la riunione mattutina, con il comitato che ha comunque ribadito la stima nei confronti del manager dal punto di vista umano.
Dossieraggi, Pazzali si autosospende da Fondazione Fiera
Dopo una giornata frenetica, ieri in serata Enrico Pazzali, coinvolto nell'inchiesta sui dossieraggi, si è autosospeso dalla presidenza di Fondazione Fiera Milano.