Dopo il caso Giuli è chiaro: non bisogna chiudere Report. Ma crearne un altro

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Di Fabio Massa

La storia a grandi linee è questa, pare. Ci sono chat nelle quali esponenti di Fratelli d’Italia insultano pesantemente il nuovo capo di gabinetto del ministro di Fratelli d’Italia Alessandro Giuli, il quale ha preso il posto del ministro di Fratelli d’Italia Gennaro Sangiuliano, che ha perso il posto a causa di una che pare sia stata sputtanata dall’ex capo di gabinetto fatto fuori dal nuovo ministro di Fratelli d’Italia. Insomma, il solito pasticcio all’italiana. Tutto, indovinate un po’, in Fratelli d’Italia. C’è però una buona notizia. Perché a tirar fuori tutta questa bega, di nullo significato per gli italiani è un giornalista Rai, il grande capo di Report Sigfrido Ranucci, che ha anticipato che la sua trasmissione avrebbe parlato di tutta questa vicenda. La buona notizia è che la Rai meloniana, che qualcuno ha ribattezzato frignando inutilmente “Telemeloni”, continua a far andare tranquillamente in onda, senza nessun tipo di censura ma anzi con un tempo maggiorato, un programma che – tra il lusco e il brusco – attacca il governo un giorno sì e l’altro pure. Ci mancherebbe altro, ma non era scontato. E’ una buona notizia perché la pluralità, in questo Paese, anche sulla tv di Stato, esiste. Il problema al massimo è che un analogo programma di inchiesta, con inchieste cazzute, difficili, ben fatte, ma di stampo avverso – ovvero di centrodestra – non esiste sulla tv italiana. Vien da chiedersi perché, considerato che il governo è appunto di centrodestra. E’ un problema di risorse umane e bravura? O di volontà? Magari qualcuno dovrebbe agire in tal senso: la soluzione non è mai silenziare Report, ma costruire al massimo un altro Report di egual efficacia.

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