L’11ª edizione del SOUQ Film Festival proporrà 28 cortometraggi in concorso, provenienti da 17 Paesi, due lungometraggi e un cortometraggio fuori concorso e una proiezione speciale dedicata alle scuole. Se tra le tematiche affrontate dai registi si confermano quelle che caratterizzano da sempre il festival – immigrazione e accoglienza, razzismo, difesa dei diritti umani, condizione delle donne e delle persone detenute, promozione della salute mentale – in questa edizione irrompe con forza il racconto della contemporaneità: la guerra, da quella in Ucraina a quella a Gaza, e le sue conseguenze sulle persone, il disagio giovanile che si è acuito dopo la pandemia, l’emergenza abitativa nelle grandi città, la crisi climatica e ambientale. “La Casa della Carità vuole essere per Milano una sentinella sulle condizioni di vita e sui problemi delle persone più fragili, che la accomunano alle metropoli europee e mondiali; e vuole rispondere alla sofferenza urbana che intercetta, non solo facendosi operosa e ospitale, ma anche studiando, approfondendo, sperimentando e proponendo forme possibili di intervento che possano contribuire a generare felicità urbana. Credo che in questo senso il SOUQ Film Festival sia fondamentale, perché offre alla città tutta un’occasione di conoscenza di tante situazioni di marginalità e un’occasione di riflessione e partecipazione culturale“, afferma don Paolo Selmi, presidente della Casa della Carità. “SOUQ Film Festival è un evento internazionale e al contempo un piccolo gioiello milanese, che da 11 anni esplora temi cruciali attraverso la prospettiva unica offerta da ciascuna delle pellicole presentate. Si tratta di lavori straordinari che indagano i problemi della nostra contemporaneità, ma mostrano anche soluzioni e possibilità di riscatto. La nostra sfida come festival, quest’anno come in passato, è portare tutto questo nella quotidianità della nostra città, all’interno di uno spazio d’eccezione quale l’Anteo Palazzo del Cinema. E lo facciamo con gli obiettivi che hanno fatto nascere il festival: dare voce a chi spesso non ne ha, a chi vive ai margini e a chi con fatica e tenacia costruisce con loro relazioni, sogni e possibilità“, aggiunge Delia De Fazio, direttrice artistica del SOUQ Film Festival. L’11ª edizione si aprirà venerdì 25 ottobre con una novità: una proiezione mattutina, riservata alle scuole, del documentario “Benvenuti In Galera”. L’obiettivo, nello spirito del SOUQ Film Festival, è quello di discutere dei temi su cui la Casa della Carità opera con le sue attività sociali e culturali.
Di carcere dunque e del riscatto delle persone detenute attraverso il lavoro si parlerà con: Michele Rho, regista del film, Lucia Castellano, provveditrice dell’amministrazione penitenziaria della Campania e già direttrice della Seconda Casa di Reclusione di Milano Bollate, don Virginio Colmegna, presidente onorario della Fondazione, Giuseppe Cantatore, presidente della Cooperativa Bee4-Altre menti e Silvia Polleri, presidente della cooperativa La Sapienza in Tavola. La giornata di venerdì proseguirà alle 19.30 con l’apertura ufficiale del festival e la proiezione di due film fuori concorso: il cortometraggio “Last Call” di Harry Holland, con protagonista Tom Holland, interprete dell’ultimo Spider Man, che con delicatezza parla di salute mentale e per il quale il regista ha svolto diverse ricerche, coinvolgendo nel progetto anche numerose organizzazioni che si occupano del tema ed esperti. Seguirà la proiezione di “To a Land Unknown”, di Mahdi Fleifel, presentato quest’anno al Festival di Cannes, che racconta la drammatica vicenda di due cugini palestinesi che, dopo aver abbandonato un campo profughi in Libano, sono rimasti bloccati in Grecia e cercano di raggiungere la Germania per realizzare il loro sogno di aprire un bar. I cortometraggi in gara saranno invece proiettati sabato 26 a partire dalle 14 e domenica 27 a partire dalle 15. Oltre ai consueti premi assegnati dalla giuria tecnica e dal pubblico in sala, si conferma anche in questa edizione il coinvolgimento di giovani nell’assegnazione di un premio, con la giuria composta da studentesse e studenti del corso di Comunicazione Interculturale dell’Università Cattolica di Milano, tenuto dalla professoressa Anna Sfardini. Prima delle premiazioni di domenica sera, il Festival si chiuderà con la proiezione di un secondo lungometraggio fuori concorso: “Agàpe”, di Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares, documentario che racconta il tema dell’immigrazione attraverso una narrazione diversa rispetto a quella a cui siamo abituati dalla cronaca e dalla polemica politica. I registi hanno infatti raccolto le testimonianze di persone migranti trattenute nelle isole di Lesbo e Cipro, per indagare l’amore e i sentimenti più intimi che accomunano ogni essere umano.