Sala a Liliana Segre: “Tu sei una guida per me e per i milanesi”

Il sindaco di Milano è intervenuto ieri in sinagoga alla cerimonia per le vittime dell'attentato terroristico del 7 ottobre. Presenti anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e il governatore lombardo Attilio Fontana.

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Milano - Commemorazione del 7 ottobre

“Permettermi un pensiero speciale anche da parte mia a Liliana Segre, vorrei dirti che al di là dell’affetto tra di noi, tu sei una guida per me e per i milanesi e in questo momento direi la guida più importante che ha Milano”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ieri nel suo intervento alla sinagoga dove si è celebrato il ricordo delle vittime dell’attentato terroristico del 7 ottobre. “La mia presenza qui vuole testimoniare la vicinanza di Milano e ribadire la solidarietà alla comunità ebraica e al popolo israeliano”, ha concluso Sala.
In sinagoga è intervenuto anche il governatore Attilio Fontana. “Sono qui come vostro amico. Da sempre ho espresso vicinanza nei vostri confronti per dirvi di tenere duro. Sono e sarò sempre al vostro fianco. State combattendo per la civiltà contro l’inciviltà”. Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. “Credo che questa sera si debba innanzitutto ricordare le vittime e quelle che sono ancora nelle mani di Hamas. È incredibile – ha aggiunto – che in un mondo che parla di civiltà e democrazia ci siano persone nelle mani dei carnefici”. Secondo Fontana, “la cosa peggiore è l’indifferenza, non lasciamo che questa situazione venga dimenticata” ha concluso il governatore sottolineando che “la questione degli ostaggi mi sembra di un altro mondo, una cosa che mi offende ogni volta che ci penso”.
Presente anche il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Mi avvicino a voi in punta di piedi conscio che la mia provenienza politica possa creare imbarazzo…”. Così La Russa ha cominciato il suo discorso in sinagoga. “La resa per Israele significherebbe sparire. Non si può pretendere una pace ingiusta perchè quando è ingiusta – ha concluso – non si chiama più pace, ma si chiama resa”.

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