Fareste vivere vostra figlia in Iran? Ecco perché non si può non essere filo-israeliani

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Di Fabio Massa

Sono filo-israeliano. Lo sono da sempre, ma in modo totale (anche se non acritico) da quando un anno fa è successo che i terroristi di Hamas abbiano ucciso migliaia di persone, rapito donne, bambini, neonati, uomini. Che abbiano stuprato e ucciso. Questo è successo, ed è successo perché Hamas l’ha voluto. Sono filoisraeliano perché io non avrei mai permesso, sapendolo, che dei terroristi scavassero tunnel sotto la mia casa per portare armi, se non avessi condiviso la loro strategia del terrore. Sono filoisraeliano perché non avrei mai messo bunker sotto gli ospedali. Sono filoisraeliano perché avrei preferito tenere l’acquedotto piuttosto che smantellarlo per farne bazooka improvvisati. Sono filoisraeliano perché in Israele c’è un presidio di democrazia occidentale: ci sono libere elezioni, anche se poi alla fine può capitare che vinca Benjamin Netanyahu. Sono rispettati i diritti delle donne, e non si discrimina per l’orientamento sessuale. Non c’è un macellaio, come Nasrallah, che sostiene che gli omosessuali vadano uccisi. Sono filoisraeliano perché se dovessi scegliere dove far vivere mia figlia non sceglierei né l’Iran, né il Libano, né la Striscia. Questo non giustifica le bombe israeliane, questo non giustifica gli eccessi dell’esercito. I morti sono un dolore, i morti civili sono un dolore. Ma questo vuol dire prendere una posizione contraria a quella che si deve prendere solo per le conseguenze di una guerra che Israele non ha voluto, ma che adesso sta portando fino in fondo? No, uno deve stare dalla parte dei valori in cui crede, anche criticandone gli eccessi.

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