PAIN OF SALVATION: il concerto dell’ultima data italiana del mini-tour europeo

Dopo il successo dei concerti di Roma e Bologna, gli alfieri del progressive metal sono pronti a mettere a ferro e fuoco anche il locale milanese, che appare vicino al tutto esaurito.

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Di Andrea Levati

Terza e ultima data italiana del mini-tour europeo dei Pain of Salvation, ospitati per l’occasione da Santeria Toscana 31. Dopo il successo dei concerti di Roma e Bologna, gli alfieri del progressive metal sono pronti a mettere a ferro e fuoco anche il locale milanese, che appare vicino al tutto esaurito. Ad aprire la serata i romani Kingcrow, che purtroppo ci siamo persi, essendo arrivati poco prima delle 21 per cause di forza maggiore. La band capitanata dal frontman Daniel Gildenlöw si presenta con due turnisti: Vikram Shankar a fare le veci di Daniel Karlsson alle tastiere e Per Schelander (che aveva già collaborato con i PoS in passato) nel ruolo di bassista, rimasto vacante dall’addio di Gustav Hielm nel 2020. A completare la formazione, le due colonne portanti Leo Margarit (batteria) e Johan Hallgren (chitarra, voce). Il set si apre intorno alle 21.30, con un pubblico impaziente e i volumi ancora da perfezionare, sulle note di Accelerator, dall’ultimo album Panther. Il riscontro dei presenti è davvero caloroso, nonostante l’ultima fatica discografica della band svedese abbia suscitato, alla sua uscita, reazioni controverse tra i fan di vecchia data, per via del massiccio uso di sonorità elettroniche. Seguono due brani da In the Passing Light of day: Reasons e Meaningless, in particolare su quest’ultimo Johan Hallgren si dimostra sempre più a suo agio con le note alte delle parti vocali che furono di Ragnar Zolberg, scatenando un’ovazione da parte del pubblico, letteralmente estasiato dal dualismo di voci con Gildenlöw, che si conferma ancora una volta tra i miglior cantanti dell’intera scena metal. È dunque il turno di Wait, che spazza via ogni dubbio sul fatto che la scaletta sarà incentrata sugli ultimi due dischi. I volumi sono ormai assestati e, a questo punto, c’è spazio anche per un paio di classici estratti dagli album più apprezzati dei PoS, ovvero The Perfect Element Part One e Remedy Lane. La connessione col pubblico sembra essere al suo picco e così, tra ritmiche ipnotiche e armonie struggenti, prosegue l’alternanza tra i brani di Panther e quelli del suo predecessore, fino ad arrivare alla suite Icon (particolarmente apprezzata dai presenti), dopo la cui esecuzione il quintetto scandinavo abbandona il palco, in attesa dei classici encore. I fan chiamano a gran voce la band fino al ritorno sul palco del solo Shankar, al quale segue, dopo qualche istante, anche quello del frontman; i due eseguono Falling e, una volta raggiunti dal resto del gruppo, com’era facilmente intuibile attaccano con The Perfect Element. I musicisti lasciano nuovamente la scena e, dopo pochi attimi, riappare Gildenlöw per presentare quello che sarà l’ultimo pezzo della serata: The Passing Light of Day, un’altra suite. Il leader del quintetto svedese spiega che inizialmente il brano non era previsto in scaletta, ma essendo stato chiesto a gran voce durante prime date del tour, è stato aggiunto in corso d’opera; prosegue accennando brevemente al periodo che lo ha visto lottare contro la fascite necrotizzante (e che ha poi in parte ispirato appunto l’album In the Passing Light of Day) e dedicando la canzone alla moglie. Ne nasce un momento molto toccante, con un pubblico decisamente coinvolto dall’atto finale dello spettacolo. La degna chiosa di una performance dall’alto calore emotivo. In conclusione possiamo dire di essere stati di fronte a una formazione che non si piega a compromessi (lo dimostra la setlist) e che ama toccare il pubblico e parlare con esso tramite la propria arte; un’arte dove il virtuosismo non è mai fine a sé stesso, ma è piuttosto un mezzo per raggiungere quella schiettezza e quell’energia comunicative di cui sopra. Quello dei Pain of Salvation è stato un concerto di quasi due ore, in cui l’intensità delle emozioni scatenate ha fatto quasi passare in secondo piano l’enorme statura tecnica di una band che ha nelle esibizioni live uno dei suoi più grandi punti di forza.

Setlist completa:

– Accelerator
– Reasons
– Meaningless
– Wait
– Used
– Beyond the Pale
– Panther
– Restless Boy

– On a Tuesday
– Icon
– Falling
– The Perfect Element
– The Passing Light of Day

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