Di Fabio Massa
C’è questa vicenda di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia che riguarda suo fratello. Il fratello avrebbe venduto alla Regione dei mobili per alcune decine di migliaia di euro. E scoppia lo scandalo: “Ecco, non si fa così. Ecco, è illegale. Ecco, è immorale”. Ora, una volta per tutte, ci sarebbe da farsi un po’ l’esame di coscienza. E’ giusto che venga assegnato un appalto al fratello del presidente della Regione? La risposta è: dipende come viene assegnato. Se per trattativa diretta sicuramente no, è inopportuno. Se invece è stata fatta una selezione aperta, pubblica e trasparente, non si capisce perché mai il fratello di Emiliano non possa partecipare. Avere in famiglia un politico non può essere una disgrazia che si ripercuote sui familiari fino alla terza generazione. Una cosa però la vorrei dire. Di questa vicenda di Emiliano, sulla quale io sono perfettamente garantista, come ho anticipato, sui giornali quasi non si parla. Invece quando fu del cognato di Attilio Fontana, che in un momento di emergenza, con gli appalti pubblici sospesi, fornì un tot di camici alla Regione Lombardia, hanno fatto un caso internazionale per mesi e mesi. Tutti ad alzare il ditino e scandalizzarsi. Qui invece quasi non se ne parla. Sono due pesi e due misure, e chi è onesto, soprattutto intellettualmente, dovrebbe rendersene conto.