“Quando un bene passa da proprietà pubblica a privata viene meno l’istituto della tutela de iure, che stabilisce che i beni pubblici aventi più di 70 anni sono automaticamente sottoposti a disciplina di tutela finché non si fa la verifica di interesse culturale. Se è privato questa tutela de iure non scatta per legge”. Lo ha ribadito Emanuela Carpani, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, a margine della presentazione del progetto ‘Life from Arts – Una nuova vita per il Marchiondi’ realizzato da Fondazione Collegio delle Università Milanesi e volto al restauro conservativo dell’ex Istituto Marchiondi-Spagliardi, in Sala Alessi a palazzo Marino. A chi le domandava dello stadio Meazza, ha risposto: “Se non ci sono i 70 anni non c’è vincolo neanche per il pubblico, nel caso di acquisizione da soggetti privati non scatterà nel momento in cui il bene matura i 70 anni la tutela del iure”. Se questo può valere per lo stadio Meazza, “certo” ha chiosato Carpani “e per tutti i beni di proprietà pubblica che vengono venduti prima dei 70 anni”. La sovrintendente anche durante il suo intervento dal palco aveva evidenziato che i vincoli ‘non si possono inventare’: “No, esatto – ha ribadito anche a margine – Per fare un provvedimento di tutela bisogna motivarlo in modo tale che possa reggere un eventuale contenzioso. Sono atti declarativi e non attributivi, che riconoscono valori intrinsechi, e se sono così palesi come nel caso del Marchiondi non si possono ignorare” ha concluso.