Andrea Piscina, chiesto il giudizio immediato per l’ex speaker che adescava ragazzini online

Era stato arrestato lo scorso giugno con l'accusa di produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale. Sui social si presentava come "Alessia", "Anna" e "Sara" per agganciare i minori e convincerli a compiere atti sessuali in chat e videochiamate. Il 25 enne è ancora in carcere.

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L'ex conduttore radiofonico Andrea Piscina

La Procura di Milano ha chiesto il processo con rito immediato, col quale si salta la fase dell’udienza preliminare, per l’ex conduttore radiofonico Andrea Piscina, 25 anni, arrestato il 13 giugno scorso per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale nei confronti di minori adescati, secondo l’accusa, su piattaforme social, presentandosi con falsi nomi come “Alessia”, “Anna” e “Sara”. Sui dispositivi del giovane, che era anche allenatore in una polisportiva, nelle indagini del pm Giovanni Tarzia e del Nucleo specializzato sui crimini informatici della Polizia locale di Milano, erano state trovate oltre mille immagini riconducibili a bambini e ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni. A dare il via all’indagine era stata una denuncia presentata nell’estate del 2023 dalla madre di un ragazzino che frequentava la polisportiva. Nella prima fase dell’inchiesta erano state individuate subito due vittime, anche se le immagini al vaglio, poi, erano centinaia e centinaia, e nel successivo lavoro investigativo gli inquirenti hanno identificato altri due minori, che sarebbero stati adescati attraverso la sua attività nella polisportiva. Per le imputazioni della misura cautelare (il 25enne è ancora in carcere) il pm ha chiesto il cosiddetto “immediato cautelare”, mentre per le due nuove imputazioni, che riguardano gli altri due minorenni, la Procura ha chiesto per Piscina, difeso dall’avvocata Valentina Di Maro, l’immediato cosiddetto “ordinario”. Sulle istanze di immediato dovrà decidere il gip Tiziana Landoni fissando la data del processo. Il conduttore radiofonico era già stato perquisito, prima dell’arresto, dagli investigatori e, stando a quanto emerso dalla indagini, sarebbe riuscito a cancellare, prima di finire in carcere appunto, tutte le chat e le tracce delle videochiamate. Immagini che, però, sono state recuperate col lavoro del Nucleo specializzato della Polizia locale. Lavoro che ha portato all’ordinanza cautelare. Piscina, fratello del consigliere comunale milanese della Lega Samuele Piscina (totalmente estraneo all’inchiesta), conduceva un programma su Rtl 102.5. L’emittente aveva fatto sapere di avere appreso “con incredulità e sgomento” la notizia dell’arresto. La dirigenza della radio “non era a conoscenza dell’indagine in corso” e aveva subito deciso “di sospendere in via cautelativa” il conduttore “da ogni attività legata all’emittente”.

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