Di Fabio Massa
Alla fine la realtà è semplice. Mentre tutti i giornali si appassionano al confronto tra candidati presidenti degli Stati Uniti, mentre il dibattito pubblico su online e cartacei e radio e tv è incentrato sul fatto che Arianna Meloni avrebbe stoppato la signora Boccia sulle cui curve ha sbandato Sangiuliano, mentre si discetta e si dibatte sul fatto che in Europa l’Italia propone come commissario di peso il ministro Fitto, e che la sinistra europea, pur di far un dispetto a Meloni, gli vuole mettere i bastoni tra le ruote. Mentre il dibattito mediatico è su questo, l’unica cosa che davvero sta unendo il Paese, da Nord a Sud, è l’inizio della scuola. Chi prima e chi dopo, tutti entrano nelle solite strutture molte delle quali fatiscenti. Gocciola qui dal tetto, e gocciola là. Ma funzioneranno le caldaie? E a proposito: ma il prof è sempre lo stesso oppure è cambiato per l’ennesima volta? E già così sarebbe idilliaco. La domanda spesso è: ma ce l’ha il prof? Oppure anche quest’anno matematica la iniziamo con qualcuno di definito tra qualche mese? Insomma, le solite annose questioni. Che pare non si risolvano mai in un Paese che è di vecchi e per vecchi perché i media invece di battere come martelli sull’unica cosa che davvero conta per il nostro futuro, ovvero il nostro futuro, ovvero i figli, si perde dietro dibattiti inutili e futili di robe che avvengono dall’altra parte dell’oceano. Bisognerebbe recuperare quella vecchia regola che dice che l’importanza di una notizia è direttamente proporzionale alla distanza dalla tua porta di casa. E preoccuparsi delle scuole che gocciolano, dei prof che non ci sono, della palestra che andrebbe tanto ristrutturata e dei quadri elettrici che insomma, sono così e così.