Arrestato per terrorismo, “morire non è un problema”

El Mahdi Tbitbi, il 28enne arrestato stamattina a Milano per istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo, è passato dal dirsi "orgoglioso" dell'Italia, a "un'insofferenza e acredine nei confronti degli usi e costumi occidentali", arrivando anche a dichiararsi un "mujaheddin" ed esprimendo la volontà di andare a combattere.

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Sui suoi profili social pubblicava contenuti sempre più radicali ed anti-occidentali, arrivando a minacciare atti di violenza nei confronti di quanti “si allontanano dalla strada di Allah”. El Mahdi Tbitbi, il 28enne arrestato stamattina a Milano per istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo è passato dal dirsi “orgoglioso” dell’Italia, dove viveva dal 2011, a “un’insofferenza e acredine nei confronti degli usi e costumi occidentali”, arrivando anche a dichiararsi un “mujaheddin” ed esprimendo la volontà di andare a combattere.
L’uomo,  impiegato come mediatore culturale presso alcune comunità di accoglienza per stranieri, cresciuto in un contesto di valori occidentali, aveva improvvisamente cambiato il suo atteggiamento, diventando  particolarmente attivo sui social. Pubblicamente si definiva  “mussulmano osservante e un mujahid (combattente)” e si dichiarava disposto ad abbracciare il Jihad per la causa di Dio ed a morire per difendere la propria fede ed i suoi fratelli. In più occasione ha affermato di essere l’incarnazione del messaggero “Al Mahdi” – il Messia islamico, lett. Il “guidato da Allah”, che nella tradizione islamica è destinato a restaurare la religione e la giustizia prima della fine del mondo” addirittura identificandosi nel salvatore promesso che conquisterà il mondo intero, sterminerà tutti gli infedeli che non si convertiranno all’islamismo, farà osservare nella loro integrità i precetti della religione musulmana tanto nel campo rituale quanto in quello giuridico e sociale, estirperà le eresie e riempirà il mondo di giustizia.
Tra i contenuti visionati sul web dal 28enne sono stati rilevati video inerenti al maneggio delle armi da fuoco. Ha inoltre inviato messaggi radicali ed oltranzisti,  con aperte dichiarazioni di disprezzo, ai profili ufficiali di varie personalità istituzionali del mondo Occidentale e Arabo, “colpevoli di sostenere lo Stato di Israele”.
Il 28enne parlava di andare a morire con i soldati, di morire come martire e aveva prenotato un biglietto aereo per recarsi a breve in Giordania e poi in Arabia Saudita dove già si era recato per pellegrinaggio lo scorso mese di gennaio.
Le indagini hanno preso il via da una denuncia presentata lo scorso dicembre dall’ex parlamentare e attuale direttore editoriale del quotidiano Libero, Daniele Capezzone. Il 28 novembre, dopo un suo intervento sul velo islamico all’edizione serale del Tg4, dove era stato invitato come ospite, Tbitbi gli aveva infatti mandato alcuni messaggi su Instagram.
Il GIP nel riconoscere il preoccupante percorso di radicalizzazione ideologico-religiosa dell’arrestato, costantemente impegnato in attività di proselitismo, istigazione ed apologia di delitti con finalità di terrorismo ha sottolineato il pericolo che lo stesso, anche in considerazione della delicata attività lavorativa svolta, possa concretamente influenzare una visione distorta dell’Islam in giovani vulnerabili riconoscendo, al contempo, un evidente rischio di inquinamento probatorio.

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