Omicidio Verzeni, Sangare: “Non so perchè l’ho fatto”

L'uomo accusato dell'omicidio di Sharon Verzeni ,durante l'interrogatorio di convalida del fermo, ha detto di essere uscito di casa con una sensazione che lo ha spinto a voler fare del male.

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E’ durato un paio d’ore l’interrogatorio di Moussa Sangare, accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni. L’uomo, reo confesso, è stato interrogato nel carcere di Bergamo dal gip Raffaella Mascarino che dovrà decidere sulla richiesta della Procura di convalidare il fermo.
Davanti al gip, ha confermato le dichiarazioni già rese al momento dell’arresto. Ha ripetuto che “non c’era un movente e – ha aggiunto – non so il perchè l’ho fatto”.
Sangare, come ha riferito il suo legale Giacomo May, ha detto al gip di essere uscito di casa con questa “sensazione che non so spiegare” e che lo ha spinto “a voler fare del male”. Ha inoltre detto che nei giorni prima aveva fatto una sorta di esercitazione anche con una statua.

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