Ilaria Salis visita a sorpresa San Vittore: “Ho visto l’Italia in regresso su carceri”

"Sovraffollamento, autolesionismo, visite mediche in tempi molto lunghi, celle piccole troppo calde d'estate e fredde d'inverno". L'eurodeputata ha detto di provare tristezza e rabbia per i detenuti e che le misure di Nordio non servono.

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L'eurodeputata Ilaria Salis fuori da San Vittore - da Instagram

“Mi sono rivista nelle stanze soffocanti, dove dormono in tre e non possono alzarsi dalla branda perché non hanno spazio. Ho rivissuto la sensazione di smarrimento quando i detenuti stranieri che ho incontrato mi hanno detto che sono dentro da due mesi e non hanno ancora potuto fare una telefonata”. Lo racconta a Repubblica l’eurodeputata Ilaria Salis, che ieri ha visitato il carcere di San Vittore. Una visita a sorpresa sulla quale l’eurodeputata di AVS ha registrato un video postato sul suo profilo Instagram. “Qualcuno attende da più di un mese di sapere quando potrà essere visitato da un medico – prosegue – E ci sono stranieri, il 75 per cento dei reclusi a San Vittore, che non riescono a chiamare a casa e le famiglie li danno per dispersi”. “A San Vittore ho provato tristezza e rabbia. Tristezza perché donne e uomini rinchiusi mi fanno ripensare al mio dolore. Rabbia perché vedo violazioni gravissime, come nell’accesso alle cure mediche. Sulle carceri l’Italia sta tornando indietro”. Nelle misure di Nordio per alleviare il sovraffollamento non nutre alcuna fiducia: “Non serviranno a rendere più tollerabile la vita dei detenuti, e non credo nemmeno gli interessi farlo. L’unica logica che segue questo governo è punitiva e vendicativa”. Tre sono i provvedimenti immediati per cui Salis s’impegnerà politicamente: “Favorire al massimo il ricorso alle pene alternative. Bisogna poi limitare l’uso del carcere per chi è in attesa di giudizio. E, infine, depenalizzare i piccoli reati contro il patrimonio compiuti per necessità, chi ruba nei supermercati perché ha fame e non ha lavoro, chi occupa una casa perché non può permettersi un tetto e gli enti che gestiscono l’edilizia popolare non assegnano le abitazioni sfitte”. “Io però credo che si debba andare verso una società che superi il carcere. Io penso invece che si debba lavorare sulle cause, sulla prevenzione, creando una società basata sulla giustizia e l’uguaglianza. Poi c’è sempre chi sbaglia, l’obiettivo deve essere il reinserimento nella società, invece di concentrare un sacco di persone in un unico luogo dove anche se entri pulito esci criminale”.

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