Dopo tre Gip e un Tribunale del Riesame anche il Tar della Lombardia dà ragione ai pm della Procura di Milano contro il Comune di Milano e i costruttori. Il caso è quello dei palazzoni costruiti con una semplice Scia, dichiarazione di inizio attività, non seguendo così le procedure di autorizzazione edilizia per le nuove costruzioni. Ne danno notizia Il Fatto Quotidiano e altri giornali di oggi. Il Tar ha infatti accolto il ricorso di un gruppo di cittadini di via Fauchè e di via Castelvetro contro la costruzione di un edificio di tre piani in un cortile di via Fauchè 9 presentato come “ristrutturazione” di un vecchio laboratorio, per di più in parte abusivo. Per il Tribunale “era necessario munirsi di permesso di costruire” che tenga conto dei nuovi abitanti che arrivano in zona. Esattamente come sostengono da mesi i pm che indagano sull’edilizia di Milano. Una pronuncia che smentisce seccamente quello che sostengono gli uffici comunali, lo stesso sindaco Beppe Sala e i costruttori, che parlano di confusione normativa e della necessità di correzioni legislative; il cosiddetto Salva Milano, il provvedimento che il governo, con il ministro Matteo Salvini molto attivo sul tema, sta cercando da mesi di introdurre per sanare gli abusi, bloccare le inchieste e lasciare mano libera ai costruttori. Sono circa 150 i progetti edilizi in città nel mirino della Procura.
Abusi edilizi, il Tar non “Salva Milano”
Quinta sentenza contro il Comune di Milano: anche il Tar della Lombardia condanna gli abusi. I cittadini di via Fauchè vincono contro la costruzione di una nuova palazzina in un cortile spacciata per ristrutturazione.