“Chiediamo che ci siano tempi certi nelle risposte da dare alle persone che chiedono di essere aiutate a morire. Non è dignitoso e umano tenere mesi o addirittura anni in attesa di una risposta persone con patologie irreversibili e sofferenze insopportabili. Hanno diritto di essere aiutate a morire e questo lo ha già stabilito la Corte Costituzionale”. Regione Lombardia “non si deve esprimere su questo”, ma, essendo responsabile della sanità “deve, a nostro avviso, intervenire per garantire che i tempi e le procedure siano certi e sicuri anche per meglio prevenire i suicidi e tutelare il personale sanitario”. Lo ha detto Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e membro del comitato promotore della proposta di legge regionale sul fine vita “Liberi Subito” al termine dell’odierna audizione in commissione Affari istituzionali ed Enti locali del Consiglio regionale.
“Quello che abbiamo spiegato e sostenuto in Consiglio regionale è che se non venisse approvata la nostra proposta “Liberi subito” per i tempi certi sulla morte volontaria, comunque le Asl devono rispondere. In altre Regioni i tribunali hanno condannato i direttori sanitari per la mancata risposta. Ecco perché questa risposta è anche a tutela dei dipendenti di Regione Lombardia”.