Di Fabio Massa
Mi hanno detto di tutto quando ho scritto, detto in radio e sui social che Giorgia Meloni le elezioni europee le ha perse. Perché? Perché si vince quando si va a governare, si perde quando si va all’opposizione. E le elezioni europee, che lei indubbiamente ha vinto a livello interno, nazionale, e che hanno sicuramente una valenza politica (che sia chiaro: ha la maggioranza dei voti del Paese senza se e senza ma, e pure il gradimento), le elezioni europee servono per scegliere il governo europeo. E il governo europeo è stato deciso da popolari, socialisti e liberali. Tradotto? In Italia dalle famiglie politiche di Tajani e Schlein. A livello europeo, che è quello che conta, da Francia e Germania. Come al solito, niente di nuovo. Addirittura Meloni è stata esclusa dai vertici informali. Uno schiaffo al nostro Paese e alla sua premier. Quindi, come dicevo, ha perso le elezioni, perché era e rimane all’opposizione all’Europarlamento. Poteva fare più di quel che ha fatto? Direi di no. Ha fatto il massimo, e di questo bisogna riconoscerle il merito. Ma l’Europa non è cambiata e non ha cambiato direzione. Questo è un fatto. Mi preme rilevare anche l’attitudine inesistente degli italiani, e in particolare dei commentatori sui social, a cogliere un discorso vagamente complesso. Bisogna cercare di andare oltre il viva Giorgia, viva Elly, viva questo o viva quell’altro, che immancabilmente dopo un massimo di 5 anni diventa “a morte Giorgia, a morte Elly eccetera eccetera”. Si può dire che la Meloni ha perso anche senza essere schierati dall’altra parte, così come si può dire che Meloni ha fatto bene anche se essere schierati da questa. Quando si supererà questa concezione binaria della vita sarà sempre troppo tardi.