Saranno tre le tappe lombarde del Giro Handbike, competizione punto di riferimento per il ciclismo paralimpico partita lo scorso maggio da Genova.La prima tappa lombarda si terrà domenica 14 luglio a Dairago (MI) e sarà la centesima tappa in quattordici edizioni del Giro Handbike. Il Giro riprenderà dopo l’estate ancora in Lombardia, a Pioltello (Mi) il 22 settembre e poi a Noicattaro, in provincia di Bari, il 6 ottobre. La corsa si concluderà il 20 ottobre in riva al lago di Como con la sesta e ultima tappa. “Il Giro Handbike è questa competizione unica nel suo genere, un punto di riferimento per il ciclismo paralimpico. È un evento che dimostra, ancora una volta come la disabilità non sia più un ostacolo. In qualsiasi sport, come nella vita di tutti i gironi”. Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani questa mattina a Palazzo Pirelli alla presentazione della prima tappa lombarda del Giro Handbike.
“Quest’anno tagliamo un importante traguardo: la centesima Tappa del Giro Handbike – sottolinea Fabio Pennella, Presidente SEO, l’associazione che organizza il Giro -. Ben 14 anni di ininterrotta attività durante i quali abbiamo avuto modo di sperimentare, di proporre nuovi progetti e tappe internazionali e di spingerci oltre i nostri limiti, proprio come i nostri atleti. Tutto questo ci ha portati ad aver fatto da apripista ad altri organizzatori e, in parte, ad aver contribuito al successo e alla crescita del movimento paraciclistico in Italia. Siamo orgogliosi e determinati più che mai a far crescere ulteriormente questa fantastica avventura”.
Mauro Scarpari, atleta bresciano di 49 anni con alle spalle la partecipazione a dieci edizioni del Giro Handbike, è intervenuto come testimonial del progetto “Campioni di Vita” nato con l’obiettivo di promuovere la sensibilizzazione allo sport paralimpico. “Per me il Giro Handbike – ha raccontato Mauro Scarpari – è l’emozione della rinascita dopo l’incidente che ho subito in una gara di motocross. Fare sport, in particolare handbike, per una persona diversamente abile significa ripartire, ricominciare a vivere. E con l’handbike ho trovato la mia dimensione perché è uno sport duro, è sinonimo di fatica”.