Detenuto evade dal carcere di Bollate

Un uomo di 50 anni, condannato al carcere fino al 2032, è evaso sabato mattina. E' riuscito ad allontanarsi dall'officina regionale presso la quale era applicato, dentro al carcere. La Polizia penitenziaria se ne sarebbe accorta solo intorno alle 22, durante la "conta". Dalla cella spariti gli effetti personali.

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Milano - Carcere di Bollate

Dal carcere di Bollate è fuggito un detenuto, un uomo di 50 anni con fine pena nel 2032. L’evasione è avvenuta sabato mattina. E’ riuscito ad allontanarsi dal blocco del carcere  dove ha sede l’officina regionale presso la quale era applicato. La Polizia penitenziaria se ne sarebbe accorta solo intorno alle 22, durante la “conta” dei detenuti che avrebbero dovuto rientrare in cella. Da un successivo controllo della cella in cui il detenuto era ristretto, gli agenti hanno scoperto che tutti i suoi effetti personali erano spariti, segno che l’evasione è stata sicuramente premeditata.
“L’evasione  riapre la ferita delle condizioni della struttura di Bollate – ha commentato il segretario Sappe per la Lombardia Alfonso Greco – e quindi l’inefficienza di un’amministrazione che, nonostante le continue segnalazioni, continua ad ignorare le problematiche”.
“Sono già in corso le operazioni di polizia per assicurare la cattura dell’evaso – ha aggiunto il segretario nazionale Sappe Donato Capece – si riparta da questa evasione per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica – ha proseguito – regime aperto ed assenza di Polizia penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.
“La situazione delle carceri italiane – spiega il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, Aldo di Giacomo – è completamente fuori controllo. Appare evidente che il governo e l’amministrazione penitenziaria con sono in grado di arginare la catastrofe in atto. Nessuna soluzione è stata trovata né tanto meno sembrano esserci idee su possibili iniziative da intraprendere. Ci aspetta un’estate di fuoco. Il personale penitenziario è allo stremo senza ferie e con straordinari non pagati costretto a turni anche di 12 ore”, conclude Di Giacomo.

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