PALERMO (ITALPRESS) – Prendere del talento, mescolarlo all’esperienza, aggiungere giusto un pizzico di tiki-taka come condimento per un gioco posizionale che tende alla profondità. Chef: Luis de la Fuente. Come una paella raffinata in cui far sposare gli ingredienti più diversi, nella Spagna versione Euro2024 convivono varie anime, dal vecchio Jesus Navas all’infante Lamine Yamal, dal motore Rodri al puntero Morata, dall’elettrico Nico Williams al jefe Nacho. Un bel mix sul quale puntare forte dopo la grande delusione del Mondiale in Qatar, con conseguente rivoluzione in panchina: adios Luis Enrique, panchina a de la Fuente, uno che si è fatto tutta la gavetta in Federazione fra le varie nazionali giovanili e che parecchi di quelli oggi in gruppo li ha cresciuti e allevati. Il nuovo corso ha già dato i primi frutti: Nations League in bacheca e un girone di qualificazione dominato. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco i tre schiaffi alla Croazia per inaugurare l’Europeo. Non sarà forse la generazione d’oro che nel 2012 vinceva il suo secondo Europeo di fila ma sul fuoco è in cottura un piatto da ristorante stellato. Se è vero che in difesa non ci sono più i Sergio Ramos o i Puyol, è sempre in mezzo al campo che le Furie Rosse hanno il loro centro di gravità permanente: Rodri è lo stakanovista del Manchester City perchè Guardiola non ci rinuncia quasi mai, ma anche i piedi di Zubimendi e Pedri sono abbastanza educati. Morata non è un bomber di razza ma i suoi gol sono sempre pesanti, Oyarzabal è un altro su cui poter contare e poi c’è lui, il prescelto, l’eletto, 16 anni appena e un futuro da campione già scritto, Lamine Yamal. Le ambizioni della Spagna passano da soprattutto da lui, dalle sue intuizioni, dalla sua intesa con l’amico Nico Williams, altro ragazzino terribile al soldo di de la Fuente. Il rischio che la paella spagnola ci vada di nuovo di traverso è alto: negli ultimi cinque confronti tre vittorie delle Furie Rosse e due pareggi, compreso quello del 2021 dove poi l’Italia passò ai rigori. Nei novanta minuti non li battiamo dagli Europei del 2016: era la nazionale underdog di Conte, opposta alla Spagna campione in carica di Piquè, Iniesta e David Silva. Perchè un bel piatto di pasta asciutta sa essere più buono di qualsiasi paella.
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