Di Fabio Massa
Dunque, l’autonomia è legge. E finalmente. Finalmente si sancisce il diritto per ogni Regione (ogni Regione, non solo la Lombardia o l’Emilia Romagna), ad avere mano libera su alcune competenze in più rispetto a quelle già presenti (come la sanità). E a farlo trattenendo le tasse dei propri cittadini. Oggi invece tutte le tasse finiscono nel grande calderone dello Stato, e poi vengono ridistribuite. Da qui il problema di base. Due interpretazioni. Quella del Nord, che continua a dire che tutto il resto d’Italia usa le sue tasse, e che governare bene vuol dire usare quel che si ha senza sempre ricorrere ai soldi degli altri. E quella del Sud, e in particolare di Pino Aprile, che invece dice che il Sud in effetti dà molto di più allo Stato e che è il Nord a rubare le risorse al Meridione. La cosa bella dell’Autonomia è che risolve la situazione sia che abbiano ragione i primi, sia che abbiano ragione i secondi. Il Nord paga di più? L’autonomia sistema le cose. Il Sud paga di più? L’autonomia sistema le cose. C’è poi un’altra polemica, quella che semplifica tutto: l’autonomia spacca l’Italia. Ma l’Italia è già spaccata, è sempre stata spaccata. Lo dimostra il fatto che il Meridione ha il più alto pendolarismo sanitario d’Italia, che il Nord è il posto più inquinato d’Italia, che c’è un divario nei redditi, che c’è un divario nel costo della vita, nel valore delle case, nel numero di imprese, nel gettito Irpef, nel numero di poveri, nel numero di ricchi, in tutto e per tutto. E non sempre è il Nord che “vince”, come se fosse una classifica. Ma sicuramente l’autonomia vuol dire responsabilizzare tutti, e far sì che ognuno faccia del suo meglio. Che sfrutti di più e al massimo le proprie doti. Perché questo voglia dire spaccare l’Italia non lo capisco. Al massimo vuol dire migliorare l’Italia e responsabilizzare la classe politica: non si potrà più pensare di sprecare qui e là perché tanto paga lo Stato. Perché lo Stato siamo tutti noi, del Nord e del Sud, e gli sprechi non vanno bene.