Lo spazio a pochi metri dal Teatro alla Scala, tra via Tommaso Grossi e via Santa Margherita, da oggi è largo ‘Claudio Abbado’. A dieci anni dalla scomparsa del direttore d’orchestra, direttore musicale del Piermarini per 18 anni, fondatore della Filarmonica, oltre che direttore musicale di molti altri teatri internazionali, si è svolta questa mattina la cerimonia di intitolazione e svelamento della targa. Presenti il sindaco Giuseppe Sala, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, il sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer, il direttore musicale della Scala Riccardo Chailly, il figlio di Claudio Abbado, Daniele, e il presidente del Municipio 1 Mattia Abdu. “Tutti noi siamo veramente felici di essere qui oggi per dedicare questo largo che è così vicino alla nostra amata Scala – ha affermato il sindaco nel suo discorso -. Questa intitolazione è molto meritoria, anche per quello che ha trasmesso Abbado al nostro Paese in termini di idee, visione e testimonianza. Una delle cose che ricordo spesso tra i suoi messaggi è il sottolineare che la cultura è essenziale come lo è l’acqua e da qui la metafora di teatri, biblioteche, cinema come acquedotti che portano la cultura ai nostri cittadini. La Scala è un grande acquedotto. Tutto quello che Abbado ci ha lasciato, lo conserviamo gelosamente“. Meyer e Chailly hanno ripercorso aneddoti e ricordi personali di Abbado. “Ha lasciato ricordi bellissimi – ha raccontato Meyer – Io ricordo che è stato il primo direttore che ho visto dirigere 45 anni fa qui. Claudio ha portato l’immagine di Milano ovunque nel mondo. Ha lasciato un’impronta milanese anche a Vienna, Londra e Berlino dove è stato anche lì direttore musicale. Tanti concerti anche a Chicago. Sono felice di sapere che c’è stata questa grande catena alla testa dell’orchestra della Scala e lui è stato senza dubbio uno dei più grandi, come dopo di lui lo sono stati Riccardo Muti e il nostro maestro Chailly”.

“Negli anni in cui lo seguivo da assistente in questo teatro – ha riferito a a sua volta Chailly – lo vedevo nei giorni dei suoi spettacoli che passeggiava verso questo largo, in questa direzione. I suoi 18 anni di direzione musicale della Scala hanno segnato quella che è stata definita ‘rivoluzione copernicana’, dove tutti noi abbiamo capito che era avvenuto un cambio epocale. Claudio ha portato nel mondo l’immagine di questo teatro, in modo anche coraggioso dal punto di vista di scelte del repertorio”. L’assessore Sacchi ha ricordato i contributi non solo musicali portati da Abbado. “Non si è espresso solo in merito alla musica – ha evidenziato a margine della cerimonia – ma anche rispetto alla didattica, alla forestazione urbana, all’ambiente, ai temi etici anticipando dei temi che sono diventati l’agenda politica non più rinviabile di questi anni”. Infine, il ricordo di uno dei suoi figli, Daniele Abbado: “La città fa quello che sente di fare – ha evidenziato a margine – una cosa che resta e che Claudio ha lanciato per primo fu quella famosa provocazione dei 90 mila alberi per una città che ha sicuramente bisogno di verde, di riduzione del traffico privato, di maggiori spazi e possibilità per le biciclette. A Claudio piaceva il verde, era in fondo un giardiniere mancato, ha fatto molto per questo quindi sicuramente vedrei bene ricordarlo in un parco cittadino. Mi sembra che questo sia già un grande segno” ha concluso.

Il figlio di Claudio Abbado, Daniele.

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