PALERMO (ITALPRESS) – L’esperienza al timone di Fondazione Sicilia è appena cominciata, raccogliendo il testimone di Raffaele Bonsignore, ma per Maria Concetta Di Natale i progetti sono già numerosi e ripongono l’attenzione soprattutto su due aspetti: educazione e crescita del patrimonio culturale siciliano, in termini sia di promozione che di valorizzazione. La nuova presidente della Fondazione, infatti, ha tracciato in un’intervista all’Italpress un quadro della sua attività passata e futura, con all’interno aneddoti e obiettivi. Di Natale riconosce il fondamentale ruolo del suo predecessore nel dare alla Fondazione un rilievo che va oltre i confini di Palermo: “C’è stata una crescita esponenziale di questi anni, siamo un riferimento in Sicilia per i beni culturali grazie al lavoro svolto da Raffaele Bonsignore. La collezione di Villa Zito è una delle esposizioni più uniche e rare della nostra terra, mentre Palazzo Branciforte è un polo espositivo con una diversità incredibile e una biblioteca importantissima”.
Gli obiettivi da realizzare, spiega la presidente, non possono non partire da un’esperienza personale fortemente incentrata sulla ricerca scientifica: “La Fondazione, tra i suoi obiettivi, ha anche quello educativo che è molto importante e rimane primario sia nella mia vita personale sia per l’attività della Fondazione. Ho alle spalle un impegno importante nella storia dell’arte e nei beni culturali e voglio fondere i miei interessi con quelli della Fondazione: scoprire i tesori ha sempre fatto parte della mia attività, a partire dal 1986 ogni mostra è stata un’esplosione di ricerche. Non mi fermo mai finché il catalogo non è chiuso, c’è sempre la possibilità di aggiungere qualcosa in più: è successo anche per la mostra dell’estasi di Rosalia, voluta e ideata da Bonsignore con la presenza di Laura Barreca”.
Nel raccontare il percorso della mostra, l’aneddoto più importante non può che essere il ritrovamento nella biblioteca di Palazzo Branciforte di un rarissimo esemplare della raccolta di incisioni realizzate nel 1629 da Philips de Mallery su disegni di Antoon Van Dyck risalente al XVII secolo: “Ho voluto creare un percorso storico che legasse Van Dyck a Palermo nel periodo della peste – sottolinea Di Natale -. Così, abbiamo raccolto tutti i libri che c’erano nella biblioteca della Fondazione ed è venuta fuori questa rara edizione. L’ho scoperto durante una ricerca sui libri del ‘600 relativi a Santa Rosalia, in uno di questi c’era dentro questo piccolo volume. È stato davvero un momento di grande festa”. Il prossimo passo può essere, secondo la presidente, un allargamento nel panorama internazionale: “I contatti di studio che anch’io ho da tempo consentiranno alla Fondazione di aprirci all’estero, soprattutto con Francia, Spagna, Malta e ma più in generale con i paesi mediterranei. Ma in realtà moltissime mostre sono state ospitate anche all’estero, persino a New York, quindi la speranza è che l’attività della Fondazione abbia sempre più una maggiore diffusione per far conoscere la sua attività anche al di fuori dei confini nazionali”, ha concluso.
(ITALPRESS).
Gli obiettivi da realizzare, spiega la presidente, non possono non partire da un’esperienza personale fortemente incentrata sulla ricerca scientifica: “La Fondazione, tra i suoi obiettivi, ha anche quello educativo che è molto importante e rimane primario sia nella mia vita personale sia per l’attività della Fondazione. Ho alle spalle un impegno importante nella storia dell’arte e nei beni culturali e voglio fondere i miei interessi con quelli della Fondazione: scoprire i tesori ha sempre fatto parte della mia attività, a partire dal 1986 ogni mostra è stata un’esplosione di ricerche. Non mi fermo mai finché il catalogo non è chiuso, c’è sempre la possibilità di aggiungere qualcosa in più: è successo anche per la mostra dell’estasi di Rosalia, voluta e ideata da Bonsignore con la presenza di Laura Barreca”.
Nel raccontare il percorso della mostra, l’aneddoto più importante non può che essere il ritrovamento nella biblioteca di Palazzo Branciforte di un rarissimo esemplare della raccolta di incisioni realizzate nel 1629 da Philips de Mallery su disegni di Antoon Van Dyck risalente al XVII secolo: “Ho voluto creare un percorso storico che legasse Van Dyck a Palermo nel periodo della peste – sottolinea Di Natale -. Così, abbiamo raccolto tutti i libri che c’erano nella biblioteca della Fondazione ed è venuta fuori questa rara edizione. L’ho scoperto durante una ricerca sui libri del ‘600 relativi a Santa Rosalia, in uno di questi c’era dentro questo piccolo volume. È stato davvero un momento di grande festa”. Il prossimo passo può essere, secondo la presidente, un allargamento nel panorama internazionale: “I contatti di studio che anch’io ho da tempo consentiranno alla Fondazione di aprirci all’estero, soprattutto con Francia, Spagna, Malta e ma più in generale con i paesi mediterranei. Ma in realtà moltissime mostre sono state ospitate anche all’estero, persino a New York, quindi la speranza è che l’attività della Fondazione abbia sempre più una maggiore diffusione per far conoscere la sua attività anche al di fuori dei confini nazionali”, ha concluso.
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– Foto: Italpress –
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