Il progetto e l’elaborazione drammaturgica sono di Elena Bucci e Marco Sgrosso. La regia di Elena Bucci vede la collaborazione di Marco Sgrosso. In scena a fianco di Elena Bucci – nel ruolo di Medea – e di Marco Sgrosso (Giasone ma anche Creonte e la nutrice) troviamo Nicoletta Fabbri, Francesca Pica e Valerio Pietrovita. Lo spettacolo è un viaggio nel mito che porta a evocare l’armonia di una lingua perduta e i riti del ritrovarsi in quei luoghi dove un tempo l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. “In questo nostro spettacolo indaghiamo le molte versioni di una stessa storia e le ragioni diverse dei personaggi, sospendendo il giudizio per cercare il ritmo che commuove e guida verso una possibile saggezza” – spiegano Elena Bucci e Marco Sgrosso. “La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide – continua Elena Bucci – e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza”. Sullo sfondo restano le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone.
“Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che
si trasforma in morte: passa di bocca in bocca e varia nel tempo i ritmi e i passi della danza fino a risuonare nei nostri giornali, nelle comunità disorientate dalla perdita dei riti, nelle città dove si mescolano le etnie, i modi di vivere e di credere” – spiegano ancora Elena Bucci e Marco Sgrosso.
La canzone di Giasone e Medea è costruito su una drammaturgia che intreccia i testi di Euripide, Seneca, Apollonio Rodio per arrivare a Franz Grillparzer e
Jean Anouilh. L’ allestimento scenico è essenziale, fatto di buio e di luce, di corpi che si muovono, di maschere e di parole che prendono vita. A fare da commento e interlocutore un coro di anime impegnato a commentare il dramma dei protagonisti. I costumi esaltano la plasticità dei movimenti scenici scolpiti dalle luci.
“La canzone di Giasone e Medea è un lavoro poetico e evocativo, raffinato e popolare, che se da una parte ci cala nel mito antico dall’altra offre punti di riflessione sulla passione, sulla vendetta e sulla gelosia di grande modernità. Elena Bucci e Marco Sgrosso rivisitano gli elementi linguistici della tragedia
come le maschere, il coro e la musica, per riorganizzarli nelle forme del teatro contemporaneo” – spiega Livia Pomodoro, Presidente dello Spazio Teatro No’hma Teresa Pomodoro.
Le date di mercoledì 12 e giovedì 13 giugno saranno trasmesse in streaming
sui canali del teatro. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni
consultare il sito www.nohma.org o scrivere a nohma@nohma.it.
Spazio Teatro No’hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
LA CANZONE DI GIASONE E MEDEA
da Euripide a Seneca, da Apollonio rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
nuova edizione
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso
regia di Elena Bucci
con la collaborazione di Marco Sgrosso
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio
Pietrovita
disegno luci Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci e Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
assistenza alle prove Giulia Torelli
foto di scena Umberto Favretto, Gianni Zampaglione
grazie a Sandra Giuseppini per l’aiuto ai costumi
produzione Le belle bandiere
con il sostegno di Centro Teatrale Bresciano, Regione Emilia Romagna,
Comune di Russi