Trenord chiede 10 mila euro di risarcimento al portavoce dei pendolari di Lecco

Diffida e richiesta di risarcimento a Giorgio Dahò per un comunicato stampa su "vecchi vagoni dai vasti depositi di rottami". Dichiarazioni ritenute "fortemente lesive". La replica: "Tutti i dati sono veri, Trenord ritiri la richiesta". Il Pd lo difende.

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Trenord ha chiesto un risarcimento di 10mila euro al rappresentante dei pendolari lecchesi Giorgio Dahò per delle affermazioni contenute in un comunicato stampa dello scorso maggio in merito ai disservizi, ai nuovi treni Donizetti e ai treni in circolazione sulla linea. Dichiarazioni ritenute “fortemente lesive” della reputazione dell’azienda, nonché “false e pretestuose”. Nello specifico, “il signor Dahò – si legge in una nota di Trenord – in un comunicato diffuso lo scorso 9 maggio ha sostenuto che Trenord avesse riesumato “i vecchi vagoni ‘Media distanza’ dai vasti depositi di rottami accantonati sui binari morti”. È un’affermazione grave, che mette in dubbio la costante attenzione posta alla sicurezza dell’esercizio ferroviario, e si aggiunge nel testo ad altre asserzioni false e diffamatorie”, come il fatto che i Donizetti “siano “inutilizzabili”, quando ancora oggi circolano sulla Milano Centrale-Lecco-Sondrio-Tirano”. Trenord, conclude la nota, “ha sempre dimostrato disponibilità al dialogo con i rappresentanti dei viaggiatori, compreso il signor Dahò” quando però “è condotto con senso di responsabilità, rispetto reciproco e attinenza alla realtà”. “Mi auguro che Trenord non voglia andare avanti e ritiri la richiesta di risarcimento” ha detto Giorgio Dahò. “Una cosa inaudita, viene di fatto negato il diritto di critica e di opinione – ha aggiunto -. Tutti i dati che ho riportati sono veri. Il disagio è reale quando ci sono delle composizioni non adeguate al numero dei passeggeri che devono salire”. “È molto grave” che Trenord abbia chiesto un risarcimento di 10mila euro al rappresentante dei pendolari lecchesi Giorgio Dahò per affermazioni ritenute “lesive” dall’azienda, secondo i consiglieri regionali lombardi del Pd Simone Negri e Gian Mario Fragomeli. “Trenord è una società che fa capo alla Regione e allo Stato e dovrebbe pensare a far viaggiare i treni e a soddisfare le esigenze dei cittadini, non a intimidire i rappresentanti dei pendolari chiedendo soldi e minacciando azioni legali” aggiungono gli esponenti dem.

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