Ilaria Salis in tribunale senza manette, il papà: “Processo ingiusto, rivelato il suo domicilio”

L’attivista è entrata in tribunale a Budapest passando tra giornalisti e amici, tra cui ZeroCalcare. Il padre Roberto Salis ha protestato quando il giudice ha rivelato l'indirizzo dove Ilaria sta scontando i domiciliari da ieri. "E' un sistema inaccettabile"

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È arrivata in tribunale in taxi assieme ai suoi genitori e per la prima volta non è stata portata in aula in manette e con le catene alle caviglie Ilaria Salis, la 39enne attivista milanese a processo a Budapest con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Salis, che da ieri è agli arresti domiciliari, è entrata in aula rapidamente tra giornalisti e il gruppo dei suoi amici, fra i quali anche Zerocalcare, che l’attendevano all’esterno del tribunale. Oggi si tiene la terza udienza del processo a suo carico. ‘Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno supportato”: è quanto ha detto Ilaria Salis prima dell’inizio del suo processo a Budapest. Il padre Roberto ha protestato quando il giudice ha rivelato l’indirizzo dove Ilaria sta scontando i domiciliari. Roberto Salis si è girato verso l’ambasciatore italiano Manuel Jacoangeli dicendogli che ‘bisogna fare qualcosa”. “L’indirizzo non dovrebbe essere rivelato, anzi protetto e non va inserito nel verbale’, ha detto l’avvocato della difesa Gyorgy Magyar. In una pausa, Roberto Salis ha affermato che ‘C’è un enorme tutela per la persona aggredita, che è ungherese, e poi viene rivelato il domicilio di Ilaria. È un sistema inaccettabile, non mi pare sia un processo giusto”.
Zoltan Toth, il primo testimone sentito come parte lesa nel processo non ha riconosciuto Ilaria Salis tra i suoi aggressori. In un’altra aula collegata con voce camuffata, Toth ha spiegato che il 10 febbraio del 2023 all’uscita di un ufficio postale sono stato aggredito da dietro da persone che avevano il volto coperto e quindi non sono in grado di riconoscerne nessuna. Non hanno detto niente e non so se fossero uomini o donne” . Anche le altre due teste sentite nell’udienza odierna non sono state in grado di riconoscere nessuno dei partecipanti all’aggressione avvenuta il 10 febbraio del 2023.
Il processo è stato aggiornato al 6 settembre.

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