Casa degli Artisti apre le porte di quello che fu lo studio di Hidetoshi Nagasawa e lo intitola alla memoria dell’artista con una cerimonia aperta al pubblico alla presenza di Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano e di Alessia del Corona Borgia, Vicepresidente e Assessore alla Cultura del Municipio 1. L’intitolazione, l’8 maggio alle 19.00 (corso Garibaldi 89 A/Via Tommaso da Cazzaniga – Milano), coincide con l’importante retrospettiva a cura di Giorgio Verzotti che Building dedica all’artista giapponese e che, grazie alla collaborazione con Casa degli Artisti, trova ospitalità anche in quello che fu lo studio di Nagasawa. La storia che lega l’artista giapponese alla Casa degli Artisti risale alla fine degli anni Settanta, quando artisti di fama internazionale – insieme a Nagasawa Luciano Fabro, la critica e storica dell’arte Jole De Sanna, Paola Brusati e Giuseppe Spagnulo – occuparono la palazzina, a quel tempo abbandonata, e la restituirono all’originaria funzione di centro cittadino di promozione dell’arte contemporanea, così come l’avevano concepita nel 1909 i Fratelli Bogani.
Nell’atelier al primo piano che per trent’anni fu lo studio di Nagasawa, nello stesso giorno, Building, in collaborazione con Casa degli Artisti, inaugura la terza sede della mostra Hidetoshi Nagasawa. 1969-2018, progetto espositivo che lo scorso 4 aprile ha inaugurato presso Building e Galleria Moshe Tabibnia (fino al 25 maggio 2024) – proponendo una piccola raccolta di opere che intendono restituire la dimensione più progettuale del lavoro quotidiano dell’artista. Tra i lavori presenti in mostra, un’importate scultura, Compasso di Archimede (1991), ben illustra la poetica di Nagasawa, tesa allo svelamento di rapporti di tensione ed equilibrio nel corpo stesso della scultura. A quest’opera si aggiunge una selezione di disegni, maquettes e calchi preparatori – come quelli per Albero (1983), Lampo (1989) e Casa del Poeta (1999) – che rendono l’idea del processo ideativo e creativo dell’artista e che per la maggior parte sono presentati al pubblico per la prima volta.
La mostra a Casa degli Artisti proseguirà sino al 4 giugno.
Orari di apertura: da martedì a domenica dalle 12.30 alle 19.00
La storia di Casa degli Artisti
Casa degli Artisti nasce nel 1909 su iniziativa dei Fratelli Bogani, due mecenati innamorati dell’arte, per ospitare laboratori e atelier. Fin dai primi anni vede un’intensa frequentazione di artisti di varie discipline. Alla fine degli anni ’30 la Casa viene espropriata dal Comune di Milano con l’intento di demolirla, nell’ambito di un ampio progetto di rinnovamento urbanistico della zona, poi abbandonato con lo scoppio della guerra. Nel dopoguerra l’attività riprende e vive un nuovo slancio soprattutto alla fine degli anni Settanta, quando la Casa viene gestita da artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna che occuparono la palazzina – a quel tempo abbandonata – e la restituirono all’originaria funzione di centro cittadino di promozione dell’arte contemporanea, così come l’avevano concepita nel 1909 i Fratelli Bogani. Con questo obiettivo, nel corso degli anni si sono susseguite mostre di giovani artisti di fama internazionale, così come momenti di dibattito di teoria dell’arte, che hanno reso la Casa degli Artisti un punto di riferimento irrinunciabile sulla scena artistica dell’epoca, basti pensare all’importante iniziativa di restauro dei Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico (1994), oggi visibili nel giardino del Palazzo della Triennale di Milano. Nel 1988 una parte del piano terra viene occupata da Csoa Garibaldi, mentre negli altri spazi della Casa continuano ad operare gruppi di artisti, artigiani e liutai. Nel 2007 la casa viene sgomberata e quindi messa in sicurezza a causa delle condizioni di precarietà strutturale in cui versava. Nel 2015 inizia il percorso di riqualificazione dell’edificio grazie al Municipio 1. La ristrutturazione è effettuata da La Ducale SpA del Gruppo Tecnocasa, a scomputo degli oneri di urbanizzazione relativi alla costruzione del condominio privato di Corso Garibaldi 95. Su indicazioni della Soprintendenza, il recupero della Casa ha visto un intervento più consistente sulle facciate esterne e un approccio più filologico negli interni, dove sono stati mantenuti i mattoni a vista e le originali strutture in cemento armato.
Al microfono di Radio Lombardia Valentina Kastlunger, presidente della Casa degli artisti.