Santanchè, la Procura di Milano chiede il processo per truffa

L'accusa chiede il rinvio a giudizio anche per il compagno Dimitri Kunz e per due società nel filone sul caso Visibilia.

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Daniela Santanchè - foto IPA

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo covid. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse societa’. Secondo l’accusa, non solo in quel periodo, dal ’31 maggio
2020 al 28 febbraio 2022′, a prendere le decisioni, erano Santanche’ e Kunz, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto ‘indebitamente’, per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga ‘a sostegno delle imprese colpite dagli effetti’ della pandemia Covid. L’aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi della Procura guidata da Marcello Viola nelle indagini hanno
raccolto a verbale le parole dei dipendenti, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva: sarebbe stata a conoscenza del fatto che i dipendenti stavano continuando a lavorare, mentre l’istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, ‘direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla societa”. In particolare, come si legge negli atti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro ‘a vantaggio della Visibilia Editore’, per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori. A Santanche’, cosi’ come agli altri due, viene contestato di aver ‘dichiarato falsamente’ che quei dipendenti fossero in cassa ‘a zero ore’, quando invece svolgevano le ‘proprie mansioni’ in ‘smart working’, come Federica Bottiglione, l’ex manager che con la denuncia ha fatto scattare le indagini. Nel mirino dei pm pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio: una ‘differenza’, scrivono i pm, che sarebbe stata
corrisposta con ‘finti rimborsi per ‘note spese”. L’unico a farsi interrogare dopo la chiusura indagini e’ stato Concordia. La senatrice di FdI e’ accusata anche di falso in bilancio, assieme ad altre 16 persone e tre societa’, nella seconda tranche del ‘pacchetto Visibilia’, anche questa gia’ chiusa e per la quale nelle prossime settimane ci sara’ la richiesta di processo. L’udienza preliminare dovrebbe iniziare dopo le elezioni europee.

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