Saluti romani a corteo per Ramelli, la Procura apre un fascicolo

Accertamenti del pubblico ministero anche sulla celebrazione al Campo X del Cimitero Maggiore per i caduti della Repubblica Sociale Italiana.

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Foto Ipa

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul corteo di ieri sera nel capoluogo lombardo per Sergio Ramelli, lo studente del Fronte della gioventù ucciso nel 1975 da un gruppo di estremisti di sinistra. Corteo a cui hanno preso parte circa 1500 militanti di estrema destra, col ‘presente’ esclamato per tre volte e poi i saluti romani. Il fascicolo è stato aperto dal procuratore Marcello Viola e un altro, sempre esplorativo a modello 45, è stato aperto anche sulla manifestazione di una cinquantina di componenti dell’Unione nazionale combattenti della Rsi che tre giorni fa al Campo X del cimitero Maggiore di Milano hanno ricordato i caduti della Repubblica sociale italiana. I due fascicoli nascono da due segnalazioni arrivate in Procura e ora gli investigatori della Digos, coordinati dai pm Francesca Crupi e Alessandro Gobbis, effettueranno accertamenti, anche con analisi delle immagini. Informative saranno redatte e valutate dai pm per verificare se contestare eventuali ipotesi di reato, anche alla luce delle recente sentenza della Cassazione sui saluti romani. Tra l’altro, nel caso della celebrazione al Campo X, a quanto pare, non vi sono stati saluti romani. Gli inquirenti, comunque, nell’ambito di queste nuove indagini aperte dovranno fare i conti con la recente sentenza della Cassazione che, da un lato, ha stabilito che il saluto romano può essere reato anche se fatto durante una commemorazione e, dall’altro, ha indicato una serie di paletti da considerare per contestare i reati. Ci deve essere, infatti, un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. E il giudice deve, “in concreto” e alla luce di valutazioni complessive, accertare “la sussistenza” di una serie di elementi, tra cui “il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti”, idonei a dare concretezza al pericolo di “emulazione”. Così si configura l’apologia di fascismo in base alla legge Scelba. Il saluto romano, però, “può integrare anche il delitto di pericolo presunto, previsto” dall’articolo 2 della legge Mancino sui crimini d’odio se, “tenuto conto del contesto”, sia espressione “di manifestazione delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che hanno tra i loro scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Intanto, a Milano a luglio si chiuderà un altro processo a militanti di estrema destra – uno dei tanti degli ultimi anni passati per condanne o assoluzioni – per un corteo per Ramelli del 2019.

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