Dopo un secolo una donna guida la Statale di Milano

Marina Marzia Brambilla è stata eletta rettrice dell'Università degli Studi di Milano. È la prima donna alla guida della Statale, che quest'anno ha compiuto un secolo: "Ci sono voluti 100 anni ma - è non a caso il primo commento a caldo - ce l'abbiamo fatta".

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Marina Marzia Brambilla, dal 2018 prorettrice delegata ai Servizi per la Didattica e agli studenti, è stata eletta rettrice dell’Università degli Studi di Milano. È la prima donna alla guida della Statale, che quest’anno ha compiuto un secolo: “Ci sono voluti 100 anni ma – è non a caso il primo commento a caldo – ce l’abbiamo fatta”. “E’ una vittoria della comunità della Statale e anche per tutte le donne, dopo 100 anni – ha aggiunto la docente ordinaria di Linguistica Tedesca – possiamo rappresentare anche i vertici del nostro ateneo, e io vorrei che questo fosse un risultato anche per le colleghe, le ricercatrici le studentesse. Sappiano che questo passato che abbiamo ereditato ha dei confini che andremo a riscrivere e che saranno diversi”. Confini che in parte stanno già cambiando: oltre a Brambilla, sono altre due le donne alla guida di altrettanti atenei milanesi, su otto totali: Donatella Sciuto è rettrice al Politecnico, e Giovanna Iannantuoni – presidente della Crui – alla Bicocca. Brambilla, 50 anni, è stata eletta al ballottaggio con 1.652 preferenze (65% del totale) contro le 645 (25% del totale) ottenute dall’altro candidato, Luca Solari. Le schede bianche sono state 265 (10% del totale). Alla neo rettrice, che subentrerà al rettore Elio Franzini e guiderà la Statale per i prossimi 6 anni, sono arrivate le congratulazioni fra gli altri del sindaco di Milano Giuseppe Sala e del presidente della Lombardia Attilio Fontana. Un consenso ampio, il suo, conquistato anche grazie ad un programma che prevede diversi interventi: rendere Campus Mind e Città Studi centri di riferimento a livello nazionale e internazionale, valorizzare la ricerca scientifica, creare nuove infrastrutture, consolidare i poli di medicina con il territorio, rafforzare i rapporti con il sistema sanitario nazionale e i poli di ricerca scientifici, porre attenzione agli studenti sia sotto il profilo dell’offerta formativa e dei servizi e sviluppare il welfare. Nessuno spazio, ribadisce invece Brambilla commentando gli scontri alla Sapienza di Roma, per la violenza. “É importante che le università restino luoghi dove poter discutere di questi temi, anche animatamente, ovviamente senza accettare nessun tipo di violenza o prevaricazione e questo va detto con forza: ogni dialogo si deve basare sul rispetto”.

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