“Tu stai tranquilla, il tempo che veniamo noi qua, faremo diventare qua la terra dei fuochi”. Così in un’intercettazione del maggio del 2019 G.C., finito in carcere oggi assieme, tra gli altri, a S.G., che sarebbe stato a capo a Milano di un clan della ‘ndrangheta legato ai Piromalli, parlava dell’interesse della cosca al business dei rifiuti. Il particolare emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Milano Sonia Mancini, che ha portato in carcere 14 persone nell’inchiesta della Gdf e del pm Silvia Bonardi, che ha fatto venire a galla anche presunte infiltrazioni in locali della ristorazione nella movida milanese nel quartiere Isola, in particolare al Mercato comunale di piazzale Lagosta. Nel provvedimento si parla della “costante ed asfissiante presenza” della ‘ndrangheta “in vari settori economici, che il gruppo ha permeato giovandosi di imprese a ciò strumentali, portando avanti, peraltro, un piano chiaramente espansionistico perché volto a prendere il controllo di una serie di attività economiche particolarmente redditizie operanti nel tessuto della ristorazione milanese e del traffico illecito di rifiuti”. In merito a questo “in particolare, non può non menzionarsi la frase che G.C. riferisce nella telefonata: ‘Tu stai tranquilla, il tempo che veniamo noi qua, faremo diventare qua la terra dei fuochi'”.
‘Ndrangheta a Milano, uno degli arrestati: “Anche qua la terra dei fuochi”
Particolari inquietanti delle attività dei clan a Milano dalle carte dell'inchiesta che ha portato in carcere 14 persone.