Caritas ancora attiva nella Striscia di Gaza, da Milano contributo di 300 mila euro

Caritas Ambrosiana in aiuto di Caritas Gerusalemme, una delle tre organizzazioni umanitarie rimaste nel nord della Striscia di Gaza, per la distribuzioni di beni fondamentali.

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Gaza - Foto Ipa

Caritas Gerusalemme è una delle tre organizzazioni umanitarie rimaste attive nel nord della Striscia di Gaza. A essa, tramite Caritas Italiana, Caritas Ambrosiana ha inviato 300mila euro, rispondendo all’Emergency Appeal da 3 milioni di euro lanciato all’inizio della guerra (con interventi prevalenti a Gaza, ma anche nei Territori palestinesi occupati, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est). I contenuti dell’Appello riguardano l’offerta di servizi medici (cliniche mobili, ambulatori), il sostegno alla salute mentale, la distribuzione di buoni acquisto e carte ricaricabili (per far fronte a bisogni essenziali, cibo, affitto, acquisto di beni di prima necessità)”. Lo riferisce la Caritas Ambrosiana. Tra i principali risultati che l’appello intende centrare – ricorda Caritas Ambrosiana – vi sono il potenziamento (effettuato) della clinica di Taybeh (Cisgiordania) e la riapertura (quando ci sarà un effettivo cessate il fuoco) di quella di Gaza City; la fornitura di assistenza medica a 7 mila pazienti (tra Gaza e Cisgiordania) e di assistenza psicologica a 500 persone; infine il sostegno al reddito per 2.750 famiglie. Non appena a Gaza entrerà in vigore e sarà stabilizzata una vera tregua, Caritas Gerusalemme interverrà con altre e più incisive azioni, consolidando la storica rete delle squadre mediche mobili, ma anche varando nuovi progetti, assistenziali ed educativi (per esempio, per l’accoglienza e la cura dei tanti nuovi orfani di Gaza), di ricostruzione, ma anche di promozione di una cultura di pace e riconciliazione. Caritas Ambrosiana, a questo proposito, ha stabilito di sostenere (tramite Caritas Italiana) con 30mila euro le attività delle ong partner Friendship Village e Neve Shalom, impegnate in azioni di conoscenza reciproca e dialogo tra studenti israeliani ebrei e palestinesi).

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