“Stop ai rifornimenti delle patatine Amica Chips in oratorio”

E' il messaggio che si legge sul profilo facebook della parrocchia del Sacro Cuore di Vigevano (Pv).  Don Stefano Targa, che gestisce l'oratorio, prende posizione contro il discusso spot.

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“Il fornitore del bar (non colpevole certamente) è già stato avvisato che non acquisteremo più patatine di questa marca finché lo spot non sarà ritirato”. E’ il messaggio che si legge sul profilo facebook della parrocchia del Sacro Cuore di Vigevano (Pv).  Don Stefano Targa, che gestisce l’oratorio, prende posizione contro il discusso spot delle patatine Amica Chips e ne vieta la vendita in oratorio. La pubblicità in cui durante una funzione religiosa si vede una suora che sgranocchia le patatine continua a fare discutere. Il Comitato di controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria l’ha sospesa, dopo le polemiche.
“Con riferimento alla campagna pubblicitaria relativa alle patatine Amica Chips, diffusa attraverso alcune emittenti televisive e via web – spiega una nota del Comitato – per rispondere alle numerose richieste di chiarimenti, nonché alle segnalazioni da parte di cittadini giunte alla segreteria dell’Istituto, si desidera precisare quanto segue: la campagna pubblicitaria, ambientata in un convento e con sottofondo musicale l’Ave Maria di Schubert, mostra un gruppo di suore novizie dirigersi verso l’altare della chiesa per prendere la comunione. Non appena la prima novizia della fila riceve dal sacerdote l’ostia (nella versione web, una patatina), si sente un sonoro scrocchio riecheggiare nella chiesa. Stupita e imbarazzata di poter essere la causa di quell’imprevista emissione, la novizia si volta verso la sagrestia, dove un’altra suora sta sgranocchiando le croccanti patatine pubblicizzate, prendendole dal sacchetto. Il video si conclude con le immagini del prodotto e il claim Amica chips, il divino quotidiano”.
“Ad avviso del Comitato – prosegue la nota -, il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come il divino quotidiano, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso”.

 

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