Lo strabismo del tema della sicurezza a Milano

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Di fabio Massa

C’è sempre un certo strabismo, una sorta di montagna russa continua, quando si parla di città. E specialmente di città di successo come Milano. Un giorno sull’altare, l’altro nella polvere. Non dovrebbe essere così, perché la politica non è un hype su Instagram e non è di certo argomento che può essere misurato in like. Facciamo l’esempio della sicurezza. Fin quando Milano è stata lodata anche acriticamente, definita “the place to be”, il luogo ideale, la sicurezza era un di cui. Qualcosa su cui si soprassedeva, nel dibattito pubblico, tutto teso a magnificare i diritti, il rispetto e la tutela delle minoranze. Non era giusto, allora. Perché la sicurezza è un problema endemico. Endemico vuol dire che non si risolve, e non si risolverà mai. Da nessuna parte del mondo. L’unico sindaco ricordato perché ha risolto il problema sicurezza è stato Rudolph Giuliani, e si è visto come è finito. La sicurezza è un tema, la percezione della sicurezza è lo stesso identico tema. Un cittadino deve essere sicuro e deve sentirsi sicuro: non c’è differenza, per il dibattito pubblico. La distinzione è cosa da forze dell’ordine. Oggi che Milano vive una seconda era, più difficile, dopo il Covid, viene attaccata anche troppo duramente. Se prima il tema della sicurezza non esisteva, adesso esiste troppo. Tutto è Bronx, mafia, scorrerie, come se non avessimo vissuto – noi quarantenni e cinquantenni – l’infanzia negli anni ’80 del buco ovunque e dei furti per farsi una dose. Oggi il problema è diverso, e si chiama seconda generazione, identità, sentirsi milanesi, sentirsi inclusi. Ecco, non c’è una emergenza sicurezza, a Milano. C’è una emergenza identità: non si può essere milanesi senza sentirsi parte della comunità. Ma per essere milanesi bisogna contribuire alla comunità. Una lezione che le seconde generazioni devono apprendere e che noi tutti dovremmo insegnare con pazienza.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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