Sul caso Salis dal punto di vista procedurale “è stata imboccata la strada giusta. Per un anno erano stati chiesti gli arresti domiciliari in Italia, cosa che non era consentita dalla procedura e dagli accordi internazionali”: lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio parlando con i giornalisti a Milano, aggiungendo che, se saranno ottenuti “potremmo procedere con una richiesta per la trasformazione degli arresti domiciliari in Italia”. “Ora sono stati chiesti gli arresti domiciliari all’autorità ungherese in Ungheria. L’autorità ungherese ovviamente è sovrana, come sarebbe la nostra se la richiesta fosse rivolta a noi, ma se fossero concessi gli arresti domiciliari in Ungheria – ha spiegato il ministro Nordio – allora sì, potremmo procedere con una richiesta per la trasformazione degli arresti domiciliari in Italia”. E questa è una “cosa che finora non si è potuta fare” perché la transizione dalla detenzione carceraria in Ungheria alla detenzione domiciliare in Italia “senza il transito con la detenzione domiciliare in Ungheria non era possibile. Quindi – ha concluso – dal punto di vista procedurale siamo in fase più avanzata”.