La vetrina rappresenta simbolicamente l’idea stessa di museo e di esposizione. Da questo assunto nasce la mostra “Exposure. Arte, culture, moda dentro e fuori la vetrina”, curata da Katya Inozemtseva e Sara Rizzo con la collaborazione delle conservatrici e dei conservatori di Mudec. Dal 1° marzo all’8 settembre 2024 “Exposure” invita il pubblico a entrare – in modo letterale e metaforico – nella grande vetrina del museo per comprendere i molteplici significati che un oggetto, esposto al nostro sguardo, può assumere in una teca espositiva.
La mostra è un “incubatore di riflessioni”. Sono molti, infatti, gli interrogativi che “Exposure” vuole smuovere nel pubblico. Qual è la relazione tra l’oggetto, la vetrina e il pubblico? Cosa rappresenta davvero la vetrina per una collezione di opere e oggetti provenienti da un contesto culturale differente? Cos’era la vetrina “prima del museo” ma anche cos’è “dentro e fuori il museo”? E qual è il suo uso nello spazio espositivo contemporaneo? E oltre il contesto museale, che ruolo aveva la vetrina/teca/reliquario negli spazi religiosi e rituali? Esiste una differenza nel suo uso negli spazi commerciali, nei negozi? Come si forma quell’aura di unicità o di esclusività dell’oggetto esposto?
Rispondendo a queste domande e ampliando i parametri fisici della vetrina, il MUDEC presenta un articolato percorso espositivo che si snoda nei diversi spazi espositivi del museo e anche fuori, nella città. Per tutta la durata della mostra, infatti, il progetto curatoriale includerà anche esperienze d’arte pubblica, una serie di talk e progetti di raccordo con la cittadinanza, grazie al lavoro integrato delle curatrici e dei curatori di MUDEC, Ufficio Arte negli Spazi Pubblici e Ufficio Progetti Interculturali, Reti e Cooperazione.
La mostra dialoga inoltre con il progetto “Musei in Vetrina”, uno dei progetti collaterali a cura dell’Associazione MuseoCity ETS che, in occasione della manifestazione Milano MuseoCity, dall’1 al 5 marzo, coniuga arte e industria sul tema “Mondi a Milano” attraverso prestigiose vetrine di Moda e Design di alcuni flagship store.
Il progetto “Exposure”
La narrazione, che utilizza differenti linguaggi artistici, si svolge all’interno del museo in spazi distinti e si compone di tre episodi principali: l’installazione site-specific di Mariana Castillo Deball “Luce dietro tracce incompiute”, ospitata in Agorà; le incursioni di Theo Eshetu all’interno delle sale della Collezione Permanente con il suo progetto “The crocodile on the ceiling”; la mostra “Exposure”, cuore del progetto, all’interno delle sale Focus del museo.
Il palinsesto “Exposure”
Come nel caso di “Rainbow”, il progetto non sarà limitato allo spazio fisico del museo, ma si “estrofletterà”, ne oltrepasserà i confini in molti modi. MUDEC dà di nuovo vita ad un progetto corale dal taglio interdisciplinare.
Il palinsesto di “Exposure”, composto di eventi, incontri, workshop, podcast e curato dall’Ufficio Progetti Interculturali, Reti e Cooperazione, approfondirà il tema dell’esporre quale strumento ma anche simbolo dell’atto di mettere in mostra. Direttori di musei, docenti e ricercatori universitari di fama internazionale e professionisti terranno workshop pratici ed incontri frontali. Si parte il 1° marzo con un artist talk di Theo Eshetu in conversazione con Marina Pugliese, Andrea Viliani e Katya Inozemtseva presso lo Spazio delle Culture per parlare della relazione tra arte contemporanea a patrimonio etnografico. A seguire una serie di incontri sui temi della appropriazione culturale, esposizione di corpi; furti e illeciti legati alle opere d’arte; del ruolo della vetrina nel salvaguardare, proteggere e conservare l’oggetto nella sua componente materiale a discapito del suo valore intangibile, in una densa programmazione di incontri fino giugno con, tra gli altri, Carlo Antonelli, Paul Basu, Mario Calabresi, Cristina Cattaneo, Mackda Gebremarian Tesfau.