Il Pd in Lombardia non ha capito proprio nulla della sanità (e dei cittadini)

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Di Fabio Massa

Alla fine, si torna sempre là. Il Pd in Regione Lombardia organizza – e questo è molto meritorio – una due giorni sulla salute. Perché è meritorio? Perché qualunque approfondimento che non sia celebrazione, ma che sia riflessione, è da accogliere con favore. Ma si torna sempre là: il centrosinistra in Lombardia non riesce a uscire dallo schema sanità pubblica contro sanità privata, non rendendosi conto che è questo il motivo per cui perde tutte ma proprio tutte le elezioni da trent’anni. Le ha perse addirittura quando Formigoni (oggi redivivo) è finito nella polvere a suon di inchieste ed è arrivato Maroni, le ha perse quando Maroni ha mollato ed è arrivato Fontana, le ha perse malgrado tre anni di pestaggio a Fontana a reti unificate. E le ha perse male sempre, anche l’ultima volta, con oltre 20 punti. Le ha perse schierando profili riformisti e profili identitari di sinistra, come Majorino. Questi sono fatti. E visto che le elezioni regionali si giocano fondamentalmente sulla sanità, vien da chiedersi perché il centrosinistra riproponga sempre la stessa ricetta: bisogna tornare al sistema pubblico contro quello privato. Ma i cittadini se ne fregano se un ospedale – facciamo ad esempio l’Humanitas –  è privato. I cittadini preferiscono l’Humanitas, che comunque non pagano, al San Carlo. Perché? Perché è più efficiente, più pulito, più bello eccetera eccetera. Chiedete a un qualunque abitante della parte sud di Milano dove preferisce essere portato quando sta su una ambulanza: San Paolo o Humanitas? E vedete che cosa risponderà. Il punto è che il cittadino non vuole cambiare il sistema pubblico-privato. Il cittadino vuole che l’intero sistema funzioni meglio. Sulle liste d’attesa prima di tutto, sulle agende condivise, sulle tante cose che tutti sanno. E invece no, il Pd dopo trent’anni torna ancora là, sempre sulla stessa casella. Vien da chiedersi il perché, ma ogni risposta possibile mi pare troppo insultante e dunque mi taccio.

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