Commenti contro bagni ‘gender neutral’, tre bocconiani sospesi

Hanno scritto online commenti offensivi sui bagni 'gender neutral' (ovvero non riservati solo a maschi o femmine ma accessibili a tutti) creati all'università Bocconi: Per questo tre studenti sono stati sospesi sei mesi dall'ateneo. Ed è polemica.

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Hanno scritto online commenti offensivi sui bagni ‘gender neutral’ (ovvero non riservati solo a maschi o femmine ma accessibili a tutti) creati all’università Bocconi: Per questo tre studenti sono stati sospesi sei mesi dall’ateneo. Un provvedimento – legato al fatto che non hanno rispettato il codice d’onore firmato al momento dell’iscrizione – che ha fatto scoppiare le polemiche sulla ‘censura’. A fare una segnalazione alla commissione disciplinare dell’università è stato Samuele Appignanesi, studente transgender che si era battuto per i bagni per tutti e in un post su Instagram ha spiegato che era “necessario intervenire” contro “commenti che invece di esprimere un parere deridevano e insultavano le persone transgender e quelle disabili”.

Samuele Appignanesi

Il 1 febbraio ai tre studenti è stata notificata la decisione della commissione, con la puntualizzazione che il provvedimento sarà inserito nel “fascicolo personale e comunicato agli uffici interessati e alla commissione di laurea in sede di discussione della tesi. Potrà inoltre avere effetto su eventuali benefici economici accordati dall’università”. L’università ha spiegato che si trattava di “messaggi e commenti contenenti pesanti allusioni sessuali e contenuti provocatori e offensivi nei confronti delle persone con disabilità. Tali messaggi (come “Li puoi letteralmente usare per andare a trans” o “Li userò ma non per andare in bagno”) violano il diritto al rispetto nei confronti di tutti gli appartenenti alla comunità accademica e sono inoltre lesivi dell’immagine e della reputazione della Bocconi. L’università ha, quindi, applicato quanto previsto dall’honor code, che tutti gli studenti sottoscrivono al momento dell’iscrizione, e dai suoi regolamenti”. Il testo dei messaggi definiti “certamente non lesivi” è stato pubblicato sulla pagina Instagram ‘proletariobocconiano’ e va avanti la polemica fra chi critica la “censura” e chi invece difende e apprezza la decisione dell’ateneo.

Per Fratelli d’Italia è solo goliardia e la sospensione ‘deriva censoria’

“Ritengo urgente, in Italia come in buona parte del mondo occidentale, una reazione contro chi, in nome del politicamente corretto, vuole comprimere la libera espressione. La censura ricorda periodi bui (il fascismo? n.d.r.) mentre la goliardia è una componente tipica del mondo universitario. In questo senso mi sorprende quanto accaduto all’Università Bocconi, dove alcuni studenti sono stati sospesi per aver ironizzato via social sui nuovi bagni ‘gender neutral’ dell’ateneo. Se una battuta goliardica porta a una sospensione di sei mesi in un’Università privata, c’è da riflettere seriamente sulla deriva censoria, retrograda e dirigista di certe Istituzioni”. Lo dichiara in una nota il senatore Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia. Sulla vicenda è intervenuto anche un altro esponente di Fratelli d’Italia, l’ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato: “Chiederò l’intervento del ministro dell’Università Anna Maria Bernini – ha scritto in una nota – affinché recepisca le dovute informazioni e spiegazioni da parte del Consiglio di Amministrazione della Bocconi”.

Pro Vita, sospensione Bocconi su bagni gender è sproporzionata

“La dittatura del politicamente corretto si abbatte pesantemente su alcuni studenti dell’Università Bocconi, che seppur maleducatamente e con termini impropri, hanno espresso la loro legittima opinione di dissenso nei confronti della scelta ideologica dell’Università di aprire dei bagni gender neutral”. Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, commenta la sospensione degli studenti che hanno criticato l’iniziativa dei bagni gender neutral. “La sospensione di addirittura sei mesi – aggiunge Coghe – risulta totalmente sproporzionata. Aver sospeso degli studenti per le loro opinioni è grave ed è sintomo di quella cultura woke e politicamente corretta che si vuole insinuare in ogni ambito della nostra società per appiattire le menti e le idee secondo il pensiero unico dominante”.

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