Fabio Roia è ufficialmente alla guida del tribunale di Milano. Prima dei ringraziamenti ha chiesto una “deroga”. E ha pubblicamente chiesto scusa alla moglie, che ha rinunciato a guidare una sezione civile per consentire a lui di diventare presidente del Tribunale. Ha cosi sollevato un tema che gli sta a cuore: “Emerge sempre la questione di genere con la donna che deve arretrare per fare spazio all’uomo”. Il suo discorso d’insediamento è iniziato con un atto di scuse ma anche di riconoscenza e ringraziamento ad Adriana Cassano Cicuto, “giudice che conosco molto bene” e persona su cui “ho scommesso la mia vita”. Atto che ha incassato un lungo applauso da parte del pubblico e che gli ha permesso di toccare uno degli argomenti su cui da anni cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica. “Da parte mia – ha aggiunto – il desiderio e l’impegno che in un momento davvero prossimo si possa dire e fare il contrario, attraverso la creazione di una effettiva parità di chance fra donna e uomo in tutte le articolazioni della società, con l’uomo che rinunci senza frustrazioni a favore della donna”. Alla cerimonia, che si è tenuta nell’aula magna del Palazzo di Giustizia, oltre ai moltissimi esponenti delle istituzioni presenti – tra i quali l’ex ministro e ora presidente del Copasir, Lorenzo Guerini – tanti giudici ora in pensione, tra cui l’ex presidente della Corte d’Appello Marina Tavassi e l’ex presidente del Tribunale di Bergamo, Ezio Siniscalchi, oltre che Roberto Bichi.
Fabio Roia presidente del Tribunale di Milano: “Chiedo scusa a mia moglie”
Nel suo discorso d'insediamento, Roia ha pubblicamente chiesto scusa alla moglie Adriana Cassano Cicuto, che ha rinunciato a guidare una sezione civile per consentire a lui di diventare presidente del Tribunale. "Emerge sempre la questione di genere con la donna che deve arretrare per fare spazio all'uomo".