Cgil Lombardia, ‘no alla privatizzazione di Poste’

La Slc Cgil Lombarda afferma che "le prime a saltare sarebbero le attività poco redditizie, gli uffici postali nei piccoli Comuni e il recapito nei piccoli centri a discapito della clientela.

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“No alla privatizzazione di Poste Italiane”. Lo afferma il coordinatore regionale lombardo Slc Cgil, Massimo Casucci. Il sindacato è convinto che “con la privatizzazione di ulteriori quote di capitale di Poste Italiane il principio del servizio sociale e universalistico finirebbe con l’essere piegato alle mere logiche del profitto e col portare con sé il taglio di migliaia di posti di lavoro”. In una nota la Slc Cgil lombarda afferma che “le prime a saltare sarebbero le attività poco redditizie, gli uffici postali nei piccoli Comuni e il recapito nei piccoli centri a discapito della clientela. La privatizzazione ha il duplice fine di fare cassa senza alcuna logica di prospettiva e senza alcuna idea di sviluppo industriale e di recuperare qualche miliardo di euro per lenire il debito pubblico”. “A fronte di poco più di 3 miliardi da incassare a breve, Il Governo regala alle solite oligarchie economiche e finanziarie i cospicui dividendi degli anni a venire, senza tener conto del ruolo sociale svolto da Poste sull’intero territorio nazionale pur avendone fatto nella scorsa campagna elettorale un cavallo di battaglia”, conclude Casucci.

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