Dal barbee al magut, dal prestinee al legnamee: 36 mestieri, quasi ormai scomparsi, della tradizione brianzola e lombarda interpretati da un gruppo di artisti. È questa l’idea della mostra “Mestée e lavorà in Brianza”, promossa dal Circolo Culturale “Don Rinaldo Beretta” di Giussano (MB) con il patrocinio del Consiglio regionale della Lombardia e del Comune di Giussano, inaugurata oggi allo Spazio Eventi di Palazzo Pirelli.
“Visitare questa mostra è come entrare nella bottega di un artigiano. Il valore di questo progetto va oltre le opere esposte – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani -. È contenuto nelle due parole del titolo: mestée e lavorà. Due parole chiave che raccontano la Brianza e il lavoro, elemento identitario di questo territorio. Gli antichi mestieri sono capaci di trasmettere alle nuove generazioni i valori fondamentali su cui si basa la forza economica della Brianza: il senso del dovere, la dedizione al lavoro e il legame con il territorio. Un percorso attraverso 36 opere d’arte ‘made in Brianza’. L’arte diventa, in questo modo, una risorsa per aumentare le conoscenze e le competenze dei giovani, aprendogli lo sguardo sul mondo del lavoro. Nel solco, sempre, dell’innovazione e della tradizione brianzola”.
Gli artisti hanno interpretato con tecniche e materiali diversi gli antichi mestieri e ogni opera è accompagnata da brevi testi, alcuni in dialetto, che creano un collegamento diretto tra la stessa e il contesto sociale in cui si svolgeva il lavoro rappresentato. La sezione dei testi è stata curata dalla scrittrice Franca Pirovano, esperta di cultura popolare della Brianza, che si è occupata di raccogliere proverbi e modi di dire legati al mondo del lavoro.
“Con questa mostra abbiamo voluto raccontare attraverso l’arte e le parole uno degli elementi cardine della cultura brianzola, il lavoro – ha spiegato il Presidente del Circolo Culturale “Don Rinaldo Beretta” di Giussano Flavio Galbiati-. Ma non solo. Ricordare gli antichi mestieri, infatti, significa riscoprire oltre che modi di lavorare anche modi di relazione tipici di un mondo che, rispetto ad oggi, procedeva a ritmi rallentati. In un certo senso, questo progetto è un elogio della lentezza, di una società in cui il rapporto delle persone con il tempo non era conflittuale come lo è oggi”.
I mestieri in mostra sono: barbee, baslottee, becchee, brumista, cantastori, cavallant, dottor, facchin, ferree, fironatt, frutireu, gelatee, impajadur, lavandera, legnamee, liutaio, locch, magnan, magut, marussee, materazzee, merlettaia, moletta, mornee, ombrelee, orologee, ost, paisan, posten, prestinee, quel de l’orghenin, regiura, sarta, spazzacamin, strascee, zoccorat.
Gli artisti che hanno interpretato i mestieri sono Angelo Bartesaghi, Alessandro Berra, Alberto Bogani, Paolo Bonetto, Gianfranco Brambilla, Marco Busoni, Cesare Canali, Silvano Capellini, Enrico Carzaniga, Egidio Cassanmagnago, Alberto Ceppi, Maddalena Ceppi, Donato Ciceri, Pietro Floria, Simona Francioso, Raffaele Francomano, Angelo Fumagalli, Enrico Galbiati, Angela Marabese, Renato Molteni, Giuliano Motteran, Khudoley Olena, Aleksandra Ostapova, Luigi Rossini, Vanni Saltarelli, Gerry Scaccabarozzi, Flavia Somasca, Giuseppe Sottile, Bartolomeo Spanò, Mario Tettamanti, Sergio Turle, Stefano Vavassori.
L’opera simbolo della mostra è “Il mondo del lavoro” di Salvatore Jemolo, artista siciliano di nascita ma brianzolo d’adozione. Un’opera che rappresenta una sintesi delle diverse attività lavorative, da quelle contadine e artigianali a quelle artistiche e intellettuali, legate allo scorrere del tempo e delle stagioni.
All’inaugurazione erano presenti il Sindaco di Giussano Marco Citterio e la Consigliera regionale Alessia Villa. L’esposizione potrà essere visitata fino a giovedì 7 marzo nei seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.15; venerdì dalle 9.30 alle 13.30. Ingresso libero.