Ilaria Salis, l’avvocato ungherese chiederà i domiciliari a Budapest

"Siamo pronti a fare un'altra istanza" per chiedere i domiciliari, "sperando che la magistratura questa volta non la rifiuti". Sabato a Milano presidio in centro organizzato dai Sentinelli.

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“Siamo pronti a fare un’altra istanza” per chiedere i domiciliari, “sperando che la magistratura questa volta non la rifiuti”. Lo dice all’ANSA l’avvocato ungherese di Ilaria Salis, Gyorgy Magyarto. “Ilaria è un’antifascista fiera che non vuole darsi alla fuga e il giudice può essere convinto in questo senso”, ha aggiunto precisando che “i domiciliari a Budapest, dal punto di vista del lavoro della difesa, sarebbero la soluzione migliore” in un processo che si preannuncia lungo, con la prossima udienza a fine maggio e la successiva non prima di “settembre”. L’avvocato, che sostiene la difesa nel processo alla Corte municipale di Budapest, ha spiegato di capire i motivi dell’imputata, della famiglia e dei legali italiani, per farla tornare in Italia ma, secondo lui, una sorveglianza cautelare ai domiciliari nel suo Paese renderebbe più difficile il lavoro della difesa. “Sarebbe meglio cercare una dimora sicura a Budapest, accettata come tale dalla magistratura e dalla polizia ungheresi, con la garanzia di un braccialetto elettronico contro ‘il pericolo di fuga’ – motivazione che ha portato al rifiuto delle precedenti richieste di domiciliari”, ha aggiunto precisando che tale soluzione “può assicurare un contatto continuo con i difensori”. Il legale ha poi confermato che Salis, su insistenza della difesa, sta iniziando a ricevere il materiale probatorio tradotto in italiano ma – ha puntualizzato – “c’è ancora un lungo lavoro” da fare.

SABATO PRESIDIO A MILANO PER ILARIA SALIS

I Sentinelli di Milano, con la collaborazione di Giulio Cavalli, hanno organizzato un presidio per protestare contro le condizioni di detenzione di Ilaria Salis, fissato per il 10 febbraio alle 11 in piazza Mercanti, a Milano. “Nella ‘civilissima’ Europa accade che una donna venga portata davanti al suo giudice ammanettata mani e piedi, legata e condotta dalla guardia con una catena. Immagini raccapriccianti che – scrivono i Sentinelli – non possiamo accettare, in totale violazione delle regole poste alla base di una società civile. Protestiamo perché riteniamo inaccettabili le condizioni disumane e degradanti alle quali sono sottoposte le persone ristrette, nel caso di Ilaria Salis così come in quelli delle carceri e dei CPR in Italia. Basta abusi”. Al presidio hanno aderito Amnesty International Italia, Anpi Milano, Arci Milano, Articolo 21, Associazione Enzo Tortora, Comitato Liberiamo Ilaria Salis e Fondazione diritti umani.

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