Budapest, Ilaria Salis trascinata in aula in catene

La donna, 39 anni, milanese, è accusata di avere aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese e rischia 11 anni di carcere. Il ministro degli Esteri Tajani all'Ungheria: "Rispettare i suoi diritti". Il padre: "È stato choccante, un'immagine pazzesca".

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Si è aperto ed è stato aggiornato al 24 maggio il processo che si celebra a Budapest a carico di Ilaria Salis, la donna di 39 anni di Milano accusata di aver aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese e che rischia 11 anni di carcere. Salis è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. ‘È stato choccante, un’immagine pazzesca’: così Eugenio Losco, uno degli avvocati italiani della donna. Il ministro degli Esteri Tajani all’Ungheria: “Rispettare i diritti di Ilaria Salis”.

“Mia figlia viene trattata come un animale”: Roberto Salis commenta così all’ANSA la prima udienza in tribunale di Budapest. “E’ da 11 mesi che non stiamo scherzando ma stiamo dicendo i fatti – ha proseguito – Il punto è che sia i politici e il governo sia anche molti giornali fanno finta di non vedere e continuano a parlare del fatto se sia colpevole o no, lasciando in totale secondo piano il fatto che c’è una violazione vergognosa dei diritti civili”.

La difesa di Salis è stata sostenuta da un legale dello studio dell’avvocato Gyorgy Magyar, noto per il suo impegno in vicende di diritti umani. Riservandosi di esporre le controprove in una fase ulteriore del processo, il legale ha ribattuto sostenendo che le prove della partecipazione di Salis alle aggressioni sono discutibili, come la definizione di “potenzialmente mortali” delle lesioni riportate dalle vittime dato che erano risultate guaribili in otto giorni. Non sarebbe convincente neanche il reato dell’ “associazione per delinquere”. In aula, oltre il padre dell’imputata, Roberto Salis, c’erano rappresentanti dell’Ambasciata italiana a Budapest, di varie associazioni di giuristi e molti giornalisti. Presenti in qualità di osservatori anche due legali italiani, Eugenio Loasco e Mauro Straini.

Il Consiglio comunale di Milano chiede il rimpatrio di Ilaria Salis. L’aula ha infatti approvato un ordine del giorno a prima firma del consigliere Pd Alessandro Giungi che invita il sindaco e la giunta a richiedere al governo italiano di intervenire verso quello ungherese “al fine di consentire come previsto dalle vigenti convenzioni – l’estradizione di Ilaria Salis in Italia per trascorrere il periodo di custodia cautelare nel suo Paese e per partecipare in videoconferenza dall’Italia al processo”.

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