“Uno dei 5-6 oggetti che viene in mente quando si pensa a Milano”. Un'”icona”, una “star” della città. Questi gli appellativi con cui Fiorenzo Marco Galli, direttore generale del Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia, ha definito il tram ‘Carrelli’, la vettura che dopo quasi un secolo di attività per le strade di Milano è entrata oggi a far parte delle collezioni del museo. Il tram, numero di matricola 1565, fa parte della serie 1500, nota anche come ‘Milano 1928’.
Questo tipo di veicoli è nato come ultimo atto della rivoluzione dei trasporti di Milano che inizia nel 1926 con il cambio del senso di marcia da sinistra a destra e che porta all’abolizione del Carosello di piazza Duomo e si conclude proprio con un nuovo tram in grado di trasportare fino a cento passeggeri, senza carrozze aggiuntive, per le strette vie del centro, fino alle nuove periferie.
Il soprannome, ‘Carrelli‘, risale alla fine degli anni ’20 quando proprio i due carrelli, posizionati sotto la lunga cassa in acciaio, rappresentavano un’importante novità, ispirata al modello americano originale tipo Peter Witt, che ha consentito di realizzare tram che potessero circolare all’interno del contesto urbano.
Il primo prototipo, immatricolato con il numero 1501, vede la luce alla fine del 1927. Il secondo l’anno dopo. Nel biennio successivo, vengono realizzate altre 500 unità. Oggi, sono ancora in servizio 125 dei ‘Carrelli’ originari.
Il ‘Carrelli’ però non è presente solo in Italia, ma anche in giro per il mondo. Ha circolato per le strade di Bruxelles, un suo modellino in 2000 pezzi Lego è esposto alla Lego House di Billund in Danimarca e poi “è stato in Australia – ha viaggiato per le strade di Melbourne ed è esposto al museo tranviario di Sydney -, lo usano a San Francisco, in Giappone. Oggi, come museo – ha dichiarato Fiorenzo Marco Galli – viviamo una piccola avventura un po’ speciale. Il nostro fondatore diceva che questo è ‘il museo del divenire del mondo’ e lo è sul serio”.