Correggo: la politica non va a trenta all’ora. Va a zero all’ora. Commento

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Di Fabio Massa

Ieri sono stato accusato di non aver letto bene il provvedimento già approvato dal Comune di Milano sulle zone a 30 all’ora, e sul fatto che andrebbero estese a tutta la città. Ovvero, Milano come Bologna. C’è poco da dire, perché in effetti la vicenda è chiarissima. Esiste un pezzo del consiglio comunale milanese che pensa e teorizza la battaglia alle automobili. Questa è una vera e propria battaglia di religione, nel senso che viene dato come assunto provato che l’automobile è fonte di problemi. Il che – sia detto per inciso – è anche comprensibile. L’automobile inquina, è pericolosa, causa incidenti, fa anche male alla salute. Qualunque persona di buon senso sa che questo è vero. Il punto che tutti questi moralisti da quattro soldi non considerano è che l’automobile è indispensabile per quel milione di persone che non si può permettere di spendere 130mila euro per un monolocale in zona Lorenteggio (prezzo vero per 26 metri quadri). Torna qui il vecchio difetto di una politica che va a zero all’ora. Invece di continuare la riflessione e la spinta per creare la “grande Milano”, come la definiva Tognoli, ci si è colpevolmente chiusi, si sono innalzate le barriere. Chi arriva in centro, nel centro dei ricchi, e non può che farlo con un’automobile, deve essere scoraggiato, inibito, condannato moralmente e messo alla pubblica gogna. Assassino di ciclisti! Inquinatore compulsivo! Minaccia per la salute dei bimbi! Questo non va bene. Si può decidere di fare quel che si vuole con la città – per esempio io continuo a pensare che passare con le auto in via Manzoni e piazza Duomo sia da folli e che bisognerebbe creare una grande zona pedonale. Si può decidere qualunque strategia e la maggioranza è legittimata fare ciò che vuole. Ma trovo idiota non capire che Milano non finisce ai suoi confini. Peraltro, se i comuni limitrofi con i loro ospedali, dal San Raffaele all’Humanitas, adottassero la stessa politica milanese, tornerenmo rapidamente al sistema dei caselli daziari. Non si capirebbe infatti con quale legittimità Milano può imporre una tassa sulle auto e Rozzano, ad esempio, no. Ma è davvero questa la città metropolitana che vogliamo? Una città nella quale ovunque vai c’è una tassa diversa? Vogliamo che il prossimo eroe, dopo Fleximan, sia AreaCMan?

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