Pasta alla Salvini

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Di Fabio Massa

Che cosa c’è di strano in un ministro che visita uno stabilimento di eccellenza? Niente. Ci sono state polemiche quando lo ha fatto Bersani, o Prodi, o Berlusconi, o Renzi? Assolutamente no. E’ dalla notte dei tempi che i politici visitano le aziende, che si fanno una foto che un tempo veniva appesa nella stanza dell’amministratore delegato (e che adesso invece finisce sui social). La domanda – in questi giorni in cui impazza il caso Rummo – è perché dovrebbe essere strano se a visitare uno stabilimento ci va Matteo Salvini, che fino a caso contrario è il vicepremier. Vi piace Salvini? No? E che cosa c’entra la pasta? Perché mai il signor Rummo avrebbe dovuto dire di no proprio a Salvini, posto che probabilmente in molti avranno visitato il suo stabilimento, non è dato saperlo. Tutta questa vicenda mi fa venire in mente che si parla tanto di odio online. Di hater. Ci sono hater di singole persone, ed hater di intere categorie (tutti i politici, tutti i giornalisti, tutti gli avvocati, tutti i medici). Poi però ci sono quelli che cianciano di parole ostili. Di maleducazione web. E contemporaneamente scherzano sul fatto che Matteo Salvini porti jella al Milan, alla nazionale, ai cantanti in gara a Sanremo. Contemporaneamente invocano il boicottaggio contro la Rummo non perché la Rummo stia inquinando un fiume, o sfruttando i bambini, ma perché ha ospitato il vicepremier del Paese in cui è nata e produce. Parliamoci chiaro: Matteo Salvini avrà anche tanti difetti. Ma forse addossargli tutti i mali del mondo è un po’ eccessivo pure per lui.

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