Di Fabio Massa
Nessuno si sta preoccupando, sulle Olimpiadi. E questo è un male. Un grosso male. Perché solo prendendo atto che c’è un problema, ed è un problema bello grosso, si può mettere in atto una soluzione. Il punto è che il tempo passa inesorabile. Ancora non c’è stata la soluzione della pista da bob, che doveva essere a Cortina, che forse sarà all’estero ma che per adesso non c’è da nessuna parte. Addirittura Affaritaliani.it Milano ha pubblicato il contenuto di una lettera, mandata da Infrastrutture Milano Cortine Spa, ovvero la società che dovrebbe realizzare l’impianto, nella quale – sintetizzando – si scrive che va tutto bene madama la marchesa, salvo il fatto che no, non va bene niente e che ancora non c’è alcuna operatività. Addirittura l’apertura parziale, cioè un sopralluogo dell’opera semifinita, che le istituzioni chiedevano per metà 2025, è stata accantonata. Nel senso che non ci sarà. E quindi? Quindi la verità è che sulla parte infrastrutturale ci sono problemi, e sono problemi grossi. Ma a nessuno pare interessare niente. Così come a nessuno pare interessare niente di quanti soldi – effettivamente! – siano stati raccolti dalla Fondazione, che ha il compito di cercare sponsor per l’evento, che ha un costo superiore al miliardo di euro. Anche qui, c’è qualche annuncio ma l’impostazione generale pare essere quella di non comunicare niente di riassuntivo, definitivo, chiarificatore. Ma quello che preoccupa di più è che sulle Olimpiadi, che sono un evento di rilevanza paragonabile ad Expo, non c’è un fermento paragonabile all’Expo. Non c’è discussione, non c’è riflessione, non c’è niente che scaldi gli animi. Praticamente ogni cosa pare essere più importante: dalle polemiche sugli Ambrogini a quelle sui costruttori, dall’infinita discussione su Gotham City a quella sulla “strage dei ciclisti”. Argomenti importanti, per carità. Purtroppo però qui c’è un problema grande come una città che si sta approssimando, e tutti – come nel film Don’t Look Up – sembrano concentrati a pensare ad altro.