Auto nel lago a Colico: il vigile del fuoco intervenuto per primo: ‘Ce l’abbiamo messa tutta’

Ivano Ghidoni, vigile del fuoco di stanza al distaccamento di via Sardegna a Milano, racconta come con la compagna anestesista rianimatrice ha estratto e soccorso tre persone finite con l'auto nelle acque gelide del lago di Como dopo un volo di decine di metri. È Manuela Spargi, 56 anni, residente nel Milanese, la vittima dell'incidente. Gravissimi i due uomini in macchina con lei.

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Un’auto con tre persone a bordo è uscita di strada ieri pomeriggio a Colico, in provincia di Lecco, precipitando per decine di metri e cadendo nel lago di Como; una donna è morta e gli altri due occupanti sono stati portati in ospedale in gravissime condizioni. Decisivo è stato l’intervento di un vigile del fuoco fuori servizio che si è tuffato nel lago per estrarre i tre passeggeri, mentre la compagna, anestesista rianimatrice, ha prestato i primi soccorsi. Per Manuela Spargi, 56 anni, non c’è stato nulla da fare, mentre il marito di 60 anni, e un parente di 79 anni sono stati soccorsi e portati in ospedale, uno a Varese e l’altro a Gravedona (Como). La prima ipotesi al centro delle indagini, coordinate dalla procura di Lecco, è quella di un errore di manovra del guidatore commesso nell’area di parcheggio nei pressi della vicina abbazia di Piona. Ma saranno le perizie a dover chiarire l’accaduto. I vigili del fuoco sono poi riusciti a imbragare l’auto, per evitare che si inabissasse e permetterne il recupero che dovrebbe avvenire domani. Il primo intervento è stato quello di Ivano Ghidoni, un vigile del fuoco di 45 anni del distaccamento di via Sardegna a Milano. “Eravamo andati fuori con la famiglia perché è il compleanno di mia suocera. Dopo aver mangiato lì vicino – ha raccontato all’ANSA – abbiamo visitato l’abbazia di Piona e quando stavamo andando via abbiamo sentito un rumore come di un masso che cadeva e poi un tonfo fortissimo”. Era il minisuv che era precipitato in acqua. “La gente ha iniziato a urlare dal parcheggio. Io ho chiamato il 112 e ho avvisato che stavo per intervenire”. La zona era impervia, l’auto si era ribaltata ed era finita quasi completamente sott’acqua con fuori solo le ruote e il pianale. “Quando sono arrivato c’ero solo io. Ho pensato che ci fosse dentro qualcuno e ho cercato di aprire le portiere”. La prima che si è aperta è quella posteriore. “Sono riuscito a estrarre la prima persona e a buttarla sul pianale. La mia compagna è una anestesista rianimatrice e ha iniziato il massaggio. In una situazione surreale è riuscita a gestire tre pazienti”. “Non si riusciva a stare sotto molto – spiega ancora Ghidoni – perché l’acqua era fredda. Nel frattempo è arrivato un parente delle persone nell’auto che ha detto che erano tre” spiega. Anche con il suo aiuto hanno aperto la portiera del guidatore, dove si trovava una donna di 56 anni bloccata dalla cintura di sicurezza. Un pescatore ha fornito il coltello per tagliarla e riuscire a liberarla. Ancora più faticoso estrarre la terza persona che era incastrata fra i sedili. “Sono arrivati i soccorsi ma non potevano raggiungere il punto dov’era la macchina” e quindi i feriti sono stati portati con la barca a remi del pescatore al pontile più vicino, uno alla volta. “Spiace che una persona sia deceduta, noi – conclude Ghidoni – ce l’abbiamo messa tutta”.

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