Di Fabio Massa
Uno stipendio da 25mila euro lordi all’anno è uno stipendio di poco più di 1300 euro netti al mese, malcontati. Milletrecentoeuro. Questa è la cifra che prende una impiegata amministrativa part time. E’ la cifra che prende un commesso, è meno della metà di quanto prende un funzionario (non un dirigente!) di banca, è più o meno quanto prende un giornalista neoassunto. Ora, che cosa hanno in comune tutte le professioni che prendono circa la stessa cifra? Che hanno – senza implicazioni di merito – responsabilità oggettive limitate. Il commesso è sicuramente responsabile del proprio lavoro, non di quello degli altri commessi. Da lui non dipende il destino di chi gli lavora di fianco. Il funzionario di banca concorre ai buoni conti della banca, ma non può influenzarne le traiettorie con la propria capacità decisionale, e dunque non ha quella responsabilità. Stessa cosa per il giornalista junior: è sicuramente responsabile di quel che scrive, ma non è quello che prende le decisioni nel giornale. Mettiamocelo in testa, perché è quello che succede in tutto il mondo. Generalmente – salvo le assurdità degli stipendi degli iper-ricchi – viene remunerato non solo il lavoro, ma anche la quantità di responsabilità che ci si prende. Non è sempre così, ma questa è la norma generale. Il superdirigente non prende di più perché lavora più ore (a volte, è anche quello) ma perché dalle sue decisioni dipendono i destini di più persone. Secondo questo principio, il presidente della Repubblica italiana e il presidente del consiglio italiano, chiunque essi siano, dovrebbero prendere più di ogni altro nella pubblica amministrazione. Invece no. Prendono 240mila euro l’anno, che poi è lo stipendio di un dirigente, neppure apicale di una media banca italiana. Un sindaco come Beppe Sala, che governa una macchina da 40mila dipendenti e un territorio con un milione e 400mila abitanti, arriva a 120mila euro. Lordi. Ora ci si indigna che un rettore, a Lecce, abbia deciso che no, per fare il rettore 25mila euro l’anno, ovvero i 1300 euro al mese di cui sopra, sono troppo pochi, e abbia deciso di aumentarsi lo stipendio a 121mila euro l’anno. L’indignazione è semplice, se si legge solo il titolo: si quintuplica lo stipendio da un giorno all’altro. Ma il problema, se posto con un po’ di attenzione, non è che vada a guadagnare 121mila euro, ma che ne guadagnasse prima 25mila. Un’ultima cosa: viene da chiedersi perché qualcuno voglia allora fare il rettore, o il sindaco. Infatti già il sindaco delle città più piccole e meno prestigiose di Milano non lo vuole fare più nessuno. E chi lo vuol fare, generalmente rientra in una di queste quattro categorie: ha altre e più cospicue fonti di reddito, è uno che non ha neanche un euro di reddito (e quindi è uno scarsone), è uno che ha intenzione di rubare per integrare il reddito basso della pubblica amministrazione, ha già un patrimonio personale tale che fare il sindaco o il rettore è solo un motivo di prestigio. Rifletteteci su. Io, intanto, sto decisamente con il rettore.