“Il coraggio, uno se lo può dare. Per una pratica della fiducia”: questi il titolo e il sottotitolo del Discorso alla Città e alla Diocesi che l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha prunciato questa sera nella Basilica di Sant’Ambrogio, durante i Vespri per la solennità del santo patrono della città. La riflessione dell’Arcivescovo è rivolta in particolare ad amministratori pubblici, politici e responsabili del bene comune che vivono e operano nel territorio della Diocesi di Milano.
Delpini apre il discorso alla città con la citazione di Don Abbondio ne “I promessi sposi”: “Per una comunità, per una città, per un Paese la fiducia è una condizione irrinunciabile per una coesistenza pacifica delle persone, delle culture, delle religioni. La fiducia è un atteggiamento necessario per affrontare le sfide di oggi e per andare verso il futuro. La fiducia è l’antidoto desiderabile per contrastare il declino della nostra civiltà. La fiducia è il rimedio all’epidemia della paura.”
L’epidepia della Paura- “Desidero esprimere la mia vicinanza e comprensione per coloro che si sentono inquieti di fronte alle scelte importanti e alle responsabilità gravose: ci sono infatti molti fattori che incrinano la fiducia, che spengono l’entusiasmo e fanno venir meno il coraggio. La paura e la sfiducia hanno anche buoni argomenti, quando l’esperienza è segnata dalla delusione per legittime aspettative frustrate, quando il rapporto con gli altri è spezzato da tradimenti e imbrogli, quando il rapporto con le istituzioni diventa esasperante per lungaggini e inadempienze. Ho però buone ragioni per invitare a pensare, a reagire, a contrastare quel sentire la paura che genera sfiducia. Con la paura si invoca l’immunità, per difendersi dall’altro. Con la fiducia invochiamo la comunità, che è difesa dell’altro.”
Seminatori di Paure – “Un contributo determinante per farsi un’idea di quello che succede è dato dalle notizie, dalla comunicazione. Per farsi un’idea di che cosa stia succedendo nel mondo, ma anche in città, sono decisive le notizie che i media scelgono e diffondono. Se i media, di tutto quello che succede, comunicano preferibilmente le notizie di episodi tragici, di comportamenti pericolosi, di problematiche spaventose, di prospettive preoccupanti, è comprensibile che l’immagine della realtà che si condivide, l’atteggiamento personale e il clima che si respira siano malati di paura. C’è, quindi, una responsabilità indeclinabile di coloro che operano nel campo della comunicazione.”
L’umanità merita fiducia, vive di fiducia – “Per quanto l’insidia della paura sia un assedio continuo e minaccioso, si deve riconoscere che la vita quotidiana è possibile a motivo di una fiducia che la comunicazione, la chiacchierata quotidiana, i discorsi pubblici stentano a nominare. In questo momento solenne, perciò, voglio dichiarare che l’umanità merita fiducia.”
Ci saranno seminatori di fiducia?
“Ci saranno ancora, a Milano, uomini e donne che si fanno avanti per seminare fiducia? Ci
saranno ancora, a Milano, uomini e donne, che seminano fiducia perché meritano fiducia? Ci saranno uomini e donne che aiutano la città a cambiare aria perché sono onesti, sinceri, dediti al bene comune, affidabili nelle parole che dicono, trasparenti nel loro operare, virtuosi senza esibizionismi, costanti senza testardaggine, pronti alle responsabilità senza arrivismi? Ci saranno uomini e donne pronti a contribuire al presente e al futuro della città nella sua dimensione metropolitana praticando e promuovendo un umanesimo della fiducia, che non si curano per prima cosa di rendere attraente la città dando fiducia agli investitori, ma sono convinti che la città avrà un futuro se avrà abitanti, se avrà bambini, se custodirà
rapporti di solidarietà, di buon vicinato, di corresponsabilità?. E noi questa sera siamo qui per dire: Sì, noi ci siamo! Sì, noi siamo desiderosi di farci carico dell’impresa di seminare fiducia, anzitutto meritando fiducia!”
La fiducia, il coraggio, la speranza: “le virtù e il dovere di chi ha responsabilità
Viviamo di fiducia. Deve perciò essere arginata e contrastata l’ostinazione della paura e di chi la diffonde e ci convince che il sospetto sia più saggio della fiducia, che la solitudine sia più rassicurante dell’impegno in comunità, che il risentimento sia più motivato della gratitudine e del perdono, che sia meglio essere indifferenti e astenersi persino dal giudizio e dal voto, piuttosto che coinvolgersi e farsi avanti.
Conclusioni- Dopo aver di nuovo ripreso il manzoni e citato papa Paolo Giovanni II l’arcivesco di Milano chiude : “In conclusione, riconosciamo che la fiducia è la virtù doverosa di coloro che interpretano la vita come una vocazione. È un dovere per noi tutti e in modo speciale per coloro che hanno responsabilità per il bene comune. La fiducia è un dono che chiede di essere reciprocamente offerto. Significa: volgere lo sguardo con benevolenza verso l’altro. Fidarsi, avvicinandosi all’altro, mettere nelle mani dell’altro la propria speranza. Esprimere gratitudine, credere alla promessa che l’altro è per te.”